Soddisfazione dell’UE per la Conferenza di Annapolis

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«La Conferenza di Annapolis rappresenta un punto di svolta per la partnership regionale e internazionale mirata a supportare il processo di pace in Medio Oriente», questo almeno secondo la presidenza portoghese dell’UE che esprime soddisfazione per l’esito dell’incontro.
La presidenza dell’UE ha infatti sottolineato l’importanza del tipo di partecipazione alla Conferenza, con la presenza di tutti gli «attori chiave» della regione, ha espresso «soddisfazione» per l’iniziativa dell’Amministrazione statunitense, partner del quartetto (insieme a UE, ONU e Russia) promotore della Road Map, e ha rinnovato il suo impegno per una soluzione che preveda l’istituzione di uno Stato palestinese indipendente e democratico accanto a quello israeliano.
La presidenza portoghese dell’UE ha poi espresso congratulazioni alle parti in causa per la storica decisione di avviare immediatamente negoziati sulle questioni ancora aperte, la cui definizione è necessaria per il raggiungimento di un accordo di pace, e di impegnarsi a concluderli entro la fine del 2008. «La soluzione del conflitto arabo-israeliano è essenziale per la sicurezza e la stabilità   della regione e avrà   un impatto fortemente positivo» sostiene la presidenza dell’UE, riaffermando il suo impegno a supportare tutti gli sforzi per il raggiungimento della pace in Medio Oriente.
E dovranno essere sforzi enormi e concreti perchà©, come sostengono vari osservatori internazionali, al di là   dell’impegno dell’Amministrazione statunitense la partecipazione alla Conferenza è stata dettata più dalla paura reciproca che da una reale convinzione nel raggiungimento dell’obiettivo. La minaccia iraniana, i tatticismi di alcuni Paesi partecipanti (Arabia Saudita e Siria, ad esempio) e soprattutto l’estrema debolezza politica di entrambi i leader protagonisti, palestinese e israeliano, non lasciano prevedere un facile percorso di pace. A ciಠsi aggiungono le dichiarazioni fatte dal premier israeliano Ehud Olmert, che a poche ore dalla conclusione dell’incontro di Annapolis ha subito messo le mani avanti dicendo alla radio israeliana: «Non stiamo cercando di dare a intendere che un’intesa possa essere trovata entro una settimana o entro un anno».

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