La prima cosa che colpisce è il peso dello «storno inglese» sulla contribuzione degli Stati membri al bilancio Ue. Dal 1984 l’Unione Europea versa annualmente nelle casse di Londra un assegno ottenuto dall’allora primo Ministro Margaret Thatcher, che «chiese indietro» parte del denaro stanziato dal suo Governo per la Politica Agricola Comune. Questo assegno ha creato per il 2004 una situazione di squilibro: soltanto 21 Stati contribuiscono al bilancio Ue in maniera proporzionale alla ricchezza prodotta; il Regno Unito contribuisce in misura inferiore mentre Spagna, Francia e Italia, che finanziano più del 50% dell’assegno inglese si trovano in situazione opposta.
I dati 2004, poi, dicono di una esecuzione di spesa migliore rispetto agli anni precedenti, di una riduzione delle spese per l’agricoltura e di un sostanziale rispetto degli impegni assunti con i dieci nuovi Stati membri. Il principale beneficiario delle risorse Ue risulta essere la Spagna (16,35 miliardi di euro) seguita da Francia Germania e Italia (poco più di 10 miliardi); quanto alle diverse rubriche di bilancio la Francia risulta il principale beneficiario delle spese per l’agricoltura (9,4 miliardi di euro), la Spagna è lo Stato che ha avuto di più per le azioni strutturali (28,2 miliardi) e la Germania è al primo posto per quanto riguarda le politiche interne. Ai nuovi Stati membri sono stati versati 3,21 miliardi di euro nel quadro degli aiuti alla pre adesione; il Paese che ha avuto di più è stata la Polonia.