Rendere più efficace la politica europea di coesione

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La politica di coesione costituisce «un pilastro fondamentale nel processo d’integrazione europea», dato il suo ruolo nel promuovere la coesione sociale, economica e territoriale dell’UE e lo sviluppo delle sue 268 regioni, per questo il Parlamento europeo chiede che siano rimossi gli ostacoli che la rendono non ancora efficace.
Secondo l’Europarlamento, infatti, mentre le regioni europee devono affrontare problemi simili la politica di coesione non è ancora in grado di sviluppare appieno il proprio potenziale per superarli, dal momento che per accedere al sostegno dei Fondi strutturali dell’UE i richiedenti «si trovano di fronte a grossi ostacoli». Tra questi, il Parlamento europeo individua l’eccessiva burocrazia, le regolamentazioni troppo numerose e complesse, le frequenti modifiche dei criteri di ammissibilità   e della documentazione richiesta dagli Stati membri, la mancanza di trasparenza dei processi decisionali e dei regimi di cofinanziamento e ritardi nei pagamenti. Inoltre, sottolinea l’Europarlamento, i potenziali beneficiari devono confrontarsi con un’amministrazione centrale «lenta e macchinosa» negli Stati membri, l’insufficiente capacità   amministrativa decentrata e la diversità   dei modelli di amministrazione regionale, l’inadeguatezza dei meccanismi di coordinamento interregionale e l’assenza di un sistema funzionante di cooperazione fra autorità   nazionali, regionali e locali.
Il Parlamento europeo ritiene dunque necessario condividere le migliori prassi e semplificare le procedure per l’attuazione di progetti e programmi nel quadro dei Fondi strutturali, specialmente per quanto riguarda i sistemi di gestione e di controllo, ad esempio con margini di valutazione più ampi, semplificazione del sistema di controlli, maggior armonizzazione in materia di appalti pubblici, alleviare gli oneri amministrativi, accelerare l’iter dei progetti e renderli maggiormente orientati ai risultati.

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