Prosegue il (lento) percorso verso un fondo europeo per la difesa

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Da tempo le istituzioni europee lavorano per la creazione di un fondo europeo per la difesa al fine di finanziare iniziative comuni nel settore della sicurezza. Al momento, esistono due programmi pilota, l’ Azione preparatoria dell’Unione sulla ricerca in materia di difesa (PADR) ed il Programma europeo di sviluppo industriale della difesa (EDIDP), che raccolgono risorse per oltre € 590 milioni e che mirano a promuovere un’industria militare comune e l’autonomia strategica dell’UE.

Lanciato nel 2017, il PADR stanzia fondi per 18 progetti di ricerca e sviluppo transnazionali. I bandi PADR hanno mostrato un elevato tasso di risposta, evidenziando il grande interesse da parte del settore, specialmente dalle PMI, la cui partecipazione è stata significativa, rappresentando il 22% delle proposte. Tra il 2017 ed il 2019 sono state ricevute circa 900 domande di finanziamento e 202 sono state accettate.

Lo scorso 15 giugno la Commissione ha annunciato che 19 progetti industriali e tecnologici pan-europei nel settore della difesa hanno ottenuto finanziamenti per un totale di € 205 milioni attraverso il PADR e l’EDIDP. Tali progetti coinvolgono 24 Stati membri, comprendono in media 14 soggetti di sette Paesi diversi e spesso sono allineati alle priorità della Cooperazione strutturata Permanente (PESCO). Inoltre, parteciperanno anche imprese controllate da Paesi terzi, ma con sede nell’UE, purché soddisfino adeguate garanzie di sicurezza.

Queste iniziative sosterranno lo sviluppo delle capacità di difesa europee come i droni e le tecnologie correlate, quali tecnologie spaziali, veicoli terrestri senza equipaggio, sistemi missilistici ad alta precisione, piattaforme navali, e piattaforme di cyber security. Non si tratta però soltanto di innovazioni militari. Infatti, lo sblocco di questi fondi contribuirà a sostenere un’industria fondamentale per il mercato unico, che coinvolge quasi mezzo milione di lavoratori altamente qualificati e che si trova in grave difficoltà a causa del coronavirus.

A commento di questo programma è intervenuta Margrethe Vestager, la Vicepresidente esecutivo per un’Europa in forma per l’era digitale, che ha dichiarato: “Il Fondo europeo per la difesa permetterà di spendere meglio spendendo insieme, riducendo così la frammentazione e le inefficienze. Tutti i partecipanti alla catena del valore della difesa, indipendentemente dalle loro dimensioni e dalla loro origine all’interno dell’UE, possono trarne beneficio. I risultati positivi dei suoi programmi precursori, annunciati oggi, dimostrano il grande potenziale che esiste nella cooperazione tra le industrie della difesa dell’UE“.

L’annuncio del finanziamento di questi progetti è stato preceduto da un videoconferenza dei Ministri della Difesa degli Stati membri, presieduta da Josep Borrell, l’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Si è discusso, tra le altre cose, della necessità di rafforzare le iniziative comuni in materia di difesa, quali la cooperazione strutturata permanente (PESCO) e l’elaborazione della “bussola strategica” (Strategic Compass) dell’UE, a partire da una lettera scritta congiuntamente da più Ministri della Difesa, tra cui quello italiano, Lorenzo Guerini.

Quest’ultimo, in considerazione dell’attuale crisi sanitaria, anche nelle aree d’interesse e che vedono il nostro personale impegnato sul campo, ha sollecitato un ulteriori sforzo per giungere ad una “maggiore condivisione di responsabilità nella partecipazione alle missioni ed operazioni dell’Unione, anche attraverso adeguati meccanismi di finanziamento”. Proprio sul tema delle risorse da impiegare, il Ministro ha  insistito sul ruolo del prossimo Quadro Finanziario Pluriennale (QFP), che dovrà rappresentare in maniera pragmatica l’ambizione dell’UE di porsi sullo scacchiere globale come attore primario in materia di sicurezza: “Sono convinto che l’industria della Difesa possa essere un importante volano per far ripartire l’economia dei nostri Paesi, ed in questo senso è importante che il Fondo Europeo di Difesa sia adeguatamente finanziato e commisurato agli obiettivi che l’Europa della Difesa si è posta”.

Per approfondire: i progetti di difesa europea oggetto di finanziamenti, i risultati della videoconferenza dei ministri degli Affari esteri (difesa), l’intervento italiano alla videoconferenza

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