Programma d’azione per l’ambiente: grandi le ambizioni non i risultati

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Il sesto Programma d’azione UE per l’ambiente (2002 – 2012) ha permesso tra le altre cose l’estensione delle Rete Natura 2000 (che oggi copre quasi il 18% del territorio UE), l’adozione di una politica globale in materia di sostanze chimiche e il varo di interventi strategici in materia di cambiamenti climatici.
Molto perಠresta da fare per raggiungere gli obiettivi UE in materia ambientale. Le questioni rilevate come più importanti dalla valutazione finale resa nota dalla Commissione sono la tutela della biodiversità  , il miglioramento della qualità   di acque e suoli e soprattutto il superamento della dissociazione tra crescita economica e sfruttamento delle risorse.
I risultati ottenuti sono stati definiti «buoni ma non sempre all’altezza della aspettative» dal commissario all’Ambiente Janez Potoàƒâ€žà‚nik secondo il quale «una migliore applicazione della legislazione dell’Unione Europea da parte degli Stati membri è necessaria per colmare le lacune tra le ambizioni legislative e i risultati conseguiti».
La sfida dell’oggi è, secondo Potoàƒâ€žà‚nik, quella di passare «dagli interventi correttivi a quelli preventivi del degrado ambientale» proprio partendo dai contenuti della valutazione del sesto Programma d’azione e dal dibattito pubblico che essi potranno aprire.
Gran parte delle azioni stabilite dal Programma sono state o stanno per essere completate fornendo di fatto un quadro di riferimento per tutelare la politica ambientale e per adottare e attuare obiettivi e orizzonti temporali efficaci.
Il limite maggiore del Programma si è rivelato essere la vastissima articolazione che si è tradotta in una molteplicità   di azioni molto diverse tra loro e quindi di difficile gestione.
àˆ forse da questa difficoltà   di gestione che deriva la scarsa applicazione e attuazione della normativa UE da parte degli Stati membri che, secondo quanto si legge nella Relazione di valutazione rappresenta l’aspetto maggiormente problematico.

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