Crisi e governance economica: il punto dell’Europarlamento

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Alla riunione straordinaria indetta dalla commissione parlamentare Affari economici e monetari per fare il punto sull’implementazione delle decisioni adottate dal vertice dell’eurozona del 21 luglio scorso e sulle priorità   più urgenti erano presenti il commissario Olli Rehn, i presidenti dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker e della Banca Centrale Europea (BCE) Jean-Claude Trichet, il successore dello stesso Trichet Mario Draghi e il ministro delle Finanze polacco Jacek Rostowski.
Partendo dalla constatazione del rilevante ruolo assunto dalla BCE per colmare il vuoto lasciato dagli Stati membri nella gestione della crisi e dalla centralità   dei sei testi legislativi licenziati dal vertice straordinario di luglio («six pack»), il presidente della commissione Sharon Bowles ha affermato che «è il momento di prendere in considerazione idee ambiziose che erano state tralasciato per la loro presunta improbabilità  ».
Deputati di tutti gli schieramenti hanno espresso unanime apprezzamento per quanto fatto dalla BCE in una situazione in cui le istituzioni nazionali si sono dimostrate «incapaci di intraprendere azioni consone a rispondere alla crisi estiva» anche se, come ha sottolineato la liberal-democratica francese Sylvie Goulard, «non si puಠpensare che la BCE continui ad intervenire sulle mancanze dei governi nazionali» ed è necessario porsi un «obiettivo non intergovernativo» superando l’attuale «mancanza di leadership nelle capitali europee» segnalata da più di un intervento.
Cauta su questo punto la reazione di Trichet che ha ricordato come «la BCE non debba mai travalicare il proprio ruolo» sottolineando anche che «la vera soluzione sta nell’adozione del six pack e nel passaggio «a uno step successivo».
Anche il commissario agli Affari economici e monetari Olli Rehn ha insistito sull’importanza dell’attuazione delle decisioni assunte in luglio quali «necessario fondamento» per continuare a costruire «la futura struttura di governance della zona euro» che, come ha sottolineato la Popolare Corien Wortmann-Kool (Paesi Bassi), «non sarà   credibile se si limiterà   a due vertici all’anno».
Centrali infine negli interventi degli esponenti Socialisti, Verdi e della Sinistra Unita Europea i temi della crescita e del rilancio dell’occupazione e dell’economia non puntando tutto sui piani di austerità   ma anche sugli euro-bond per i quali, come ha sottolineato il Verde danese Sven Giegold, «è ormai passato il tempo dello studio di fattibilità   ed è venuto il momento della proposta».

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