“Paesi sicuri” e diritti a rischio: le preoccupazioni del CESE sul nuovo Regolamento UE

7

Nel contesto dell’attuazione del nuovo Patto dell’Unione Europea su migrazione e asilo, adottato nel dicembre 2023, il Regolamento UE 2024/1348 ha introdotto la possibilità di creare un elenco unico europeo dei “Paesi d’origine sicuri”, valido per tutti gli Stati membri. L’obiettivo è rendere più uniforme e coerente la gestione delle richieste d’asilo, superando la frammentazione esistente, in cui ogni Paese disponeva di una propria lista nazionale spesso diversa dalle altre. La Commissione Europea propone come sicuri Bangladesh, Colombia, Egitto, India, Kosovo, Marocco e Tunisia, ritenuti Paesi in cui, secondo la valutazione UE, vengono rispettati lo Stato di diritto, i principi democratici e i diritti umani fondamentali, e non sono presenti situazioni di persecuzione o gravi rischi per la popolazione, come definiti dal diritto europeo in materia di protezione internazionale.

Il Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE) accoglie positivamente il tentativo di armonizzare la designazione dei “Paesi sicuri”, ma esprime forti preoccupazioni per le conseguenze sui diritti dei richiedenti asilo. Le procedure accelerate previste per i richiedenti provenienti da tali Paesi rischiano di generare valutazioni superficiali e rifiuti ingiustificati, con conseguente aumento dell’irregolarità migratoria e di effetti sociali negativi. Il Comitato sottolinea quindi la necessità di esaminare ogni domanda d’asilo in modo individuale e con le dovute garanzie, sottolineando che l’uso del concetto di “Paese sicuro” per velocizzare le pratiche può ridurre la tutela dei richiedenti, violare il principio di non respingimento e limitare di fatto il diritto d’asilo.

Inoltre, il Comitato considera arbitrario il criterio del 20% di riconoscimenti fissato a livello europeo e avverte che la designazione di Paesi come Bangladesh, Colombia, Egitto, India, Kosovo, Marocco e Tunisia potrebbe comportare la negazione del diritto d’asilo ai loro cittadini, in contrasto con la Carta dei diritti fondamentali dell’UE.

Per saperne di più: Safe countries packageEESC opinion: Safe countries package

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here