L’internazionale dei nazionalisti in Europa

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“Andare CONTROMANO è rischioso, ma si vede la gente in faccia”

Di “internazionali” se ne sono viste molte, alcune anche oggi, come gli “internazionali di tennis” o di altre discipline sportive. Queste ultime bene o male funzionano, grazie alle regole dello sport che governano la competizione agonistica.
Hanno funzionato, almeno per qualche tempo, anche internazionali “politiche”, grazie alla condivisione di obiettivi perseguiti al di là delle frontiere, salvo spegnersi quando le frontiere hanno prevalso sugli obiettivi.
Adesso la cronaca – se Dio vuole non ancora la storia – ci propone una prospettiva inedita, il progetto di una “internazionale dei nazionalisti”, da creare all’interno dell’Unione Europea e da far pesare nel suo futuro Parlamento.
Un progetto che suscita ammirazione per la sua dimensione creativa, un pò come se un redivivo Newton ci dimostrasse che non la mela gli è caduta in testa ma è la testa che si è librata in volo verso la mela e che per la legge di gravità i gravi salgono invece che cadere.
Siamo stupiti davanti a questa inedita competizione, ma anche perplessi: come faranno i nuovi apprendisti stregoni a chiudersi nelle loro frontiere e contemporaneamente ad aggregarsi in amorevoli famiglie transfrontaliere?
Viene il sospetto che si tratti solo di provvisorie alleanze per abbattere il progetto europeo, per poi cominciare a darsele tra di loro di santa ragione, vocazione storica di ogni nazionalista che si rispetti, come il Novecento insegna.
Ma forse ai cinghiali di casa nostra nessuno ha insegnato niente: né i primi rudimenti della logica né le cattive abitudini della storia. Che in Europa hanno dato pessimi risultati.

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