L’impatto del Coronavirus sulle procedure europee di asilo

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Pubblicato il nuovo report dell’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo

L’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (EASO) ha pubblicato alcuni giorni orsono un’analisi relativa all’impatto delle misure di contenimento del coronavirus sulle procedure di asilo adottate dai 30 Paesi dell’area UE+ (che comprende tutti gli Stati dello spazio Schengen – inclusi Bulgaria, Croazia, Cipro e Romania – e i 4 Stati associati all’area – Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera).

Le autorità nazionali dei 30 Paesi hanno tutte adottato, con modalità e tempistiche differenti, misure sanitarie straordinarie implicanti restrizioni alla libertà personale e obblighi di distanziamento fisico, le quali, a cascata, hanno avuto un significativo impatto sull’erogazione di servizi pubblici: tra questi ultimi, non fanno eccezione quelli relativi alle procedure di asilo, in conseguenza della chiusura di molte delle strutture pubbliche dedicate al disbrigo delle relative pratiche e all’attivazione di modalità di lavoro a distanza per relativi i dipendenti. 

Di conseguenza, sono state adottate numerose misure temporanee volte a digitalizzare quanto più possibile le procedure di asilo, quali, ad esempio, sistemi di registrazione e gestione semi-automatizzati dei dati, colloqui a distanza con l’utenza, piattaforme di condivisione elettronica dei dati, e così via. Secondo l’EASO, superata la fase emergenziale molte di questi strumenti potrebbero essere adottati in via permanente, previo l’opportuno confronto confronto con il complesso di soggetti e autorità coinvolti nei procedimenti di asilo per valutare eventuali migliorie e criticità: la digitalizzazione delle procedure ha infatti il potenziale per incrementare i livelli di efficienza delle pubbliche amministrazioni nazionali nella gestione delle procedure, rivelandosi altresì particolarmente utile in caso di recrudescenza futura del virus.

Particolari criticità si sono presentate in relazione alle strutture di accoglienza, nelle quali, anche per le condizioni critiche di sovraffollamento in cui frequentemente versano, risulta difficile rispettare le prescrizioni relative al distanziamento sociale e alla prevenzione sanitaria. Tali strutture, tuttavia, in ragione della concentrazione di individui al proprio interno, hanno semplificato la realizzazione delle azioni informative sul coronavirus rivolte specificamente a tale tipologia di utenti, facilitando altresì la realizzazione di test sierologici di massa e la somministrazione delle terapie necessarie in caso di contagio.

Anche le limitazioni poste alla circolazione intraeuropea hanno condizionato la gestione di diversi aspetti delle procedure di asilo, in particolar modo su ricollocamenti, trasferimenti e rimpatri. Secondo l’EASO, tale fenomeno potrebbe in futuro orientare le amministrazioni nazionali verso l’adozione di procedure di ricollocamento basate sull’esame a distanza dei dossier individuali in luogo delle attuali selezioni in presenza, nonché – qualora tali misure dovessero essere nuovamente applicate – verso la semplificazione delle procedure di rilascio di permessi di soggiorno temporanei.

Per approfondire: il comunicato dell’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (EASO), il report completo

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