Libertà di circolazione e rischi di discriminazione fiscale

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La Commissione europea esaminerà le disposizioni degli Stati membri in materia fiscale, al fine di verificare eventuali discriminazioni nei confronti dei cittadini UE che vivono in uno Stato membro diverso dal proprio.

L’iniziativa riguarderà lavoratori dipendenti, lavoratori autonomi e pensionati e integra l’azione già svolta sul lavoro trans-frontaliero. Recenti dati della Commissione europea dimostrano che la mobilità dei lavoratori è una grande potenzialità per la crescita economica dell’UE il cui PIL tra il 2004  e il 2009 è dovuto del un 1% alla  mobilità seguita al “grande allargamento”.

Talvolta, però, la mobilità risulta inibita da ostacoli di carattere fiscale che si possono incontrare sia nel Paese di origine sia nel Paese di destinazione. Da qui la proposta di un esame dei regimi fiscali, con eventuale segnalazione delle norme discriminatorie alle autorità nazionali a cui sarà richiesto di varare le necessarie modifiche, pena la successiva apertura di procedure di infrazione.

«Il diritto dei lavoratori alla libera circolazione non deve essere ostacolato.» ha detto Algirdas Šemeta, commissario per la Fiscalità e l’unione doganale, l’audit interno e la lotta antifrode sottolineando il «dovere di tradurre i principi in pratica nelle legislazioni fiscali di tutti gli Stati membri». (20 gennaio 2013)

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