Le proposte del Parlamento europeo per la futura politica regionale e di coesione

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Più attenzione alle specificità dei territori e alla sostenibilità ambientale

Il Parlamento europeo ha recentemente approvato nuove disposizioni in materia di gestione dei fondi provenienti dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e dal Fondo di coesione (FC), da applicarsi nel corso della vigenza del prossimo Quadro finanziario pluriennale 2021-2027

In primo luogo, sono state individuate alcune aree tematiche prioritarie per la destinazione dei fondi: per quanto riguarda il FESR, una quota oscillante tra il 30% e il 50% dovrebbe essere destinata, dalle regioni al comparto innovazione e crescita intelligente; un’altra quota, pari al 30%, dovrebbe sostenere  progetti legati all’incentivazione dell’economia circolare e alla lotta al cambiamento climatico; la quota destinata allo sviluppo urbano sostenibile, infine, passerebbe al 10%, una soglia quasi doppia rispetto al 6% proposto dalla Commissione europea. Per ciò che concerne il Fondo di coesione, restano prioritari gli investimenti in infrastrutture ambientali e reti di trasporto.

Allo stesso tempo, coerentemente con l’attenzione riservata dalle politiche dell’Unione al tema della sostenibilità ambientale, non tutte le attività sono da ritenersi finanziabili: sono infatti escluse le infrastrutture aeroportuali, gli investimenti energetici legati ai combustibili fossili e gli impianti di trattamento dei rifiuti.

Un’ulteriore, importante novità investe, inoltre, il meccanismo di assegnazione dei fondi: in luogo dell’attuale articolazione, su base nazionale e proporzionata al reddito nazionale lordo, è stata proposta una modalità di assegnazione a livello regionale e proporzionata al prodotto interno lordo pro capite[1], in modo da poter rispondere in maniera più elastica ed efficace alle specificità dei singoli territori.

Le proposte del Parlamento faranno parte dei negoziati che si apriranno in autunno con il Consiglio sul futuro finanziamento della politica regionale e di coesione.

Per approfondire: il comunicato del Parlamento europeo



[1] Il Prodotto interno lordo si calcola sommando il consumo di beni e servizi del settore pubblico e del settore privato, gli investimenti e le esportazioni nette; il Reddito nazionale lordo si ottiene sommando al Pil profitti, salari e altri redditi percepiri all’estero e “rimessi” nel Paese, e deducendovi quelli generati in loco ma “rimessi” all’estero.

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