Invito alla lettura: la nostra comune umanità. il catalogo è questo

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E’ molto stimolante il libro, ancora fresco di inchiostro, di Adriano Favole: La bussola dell’antropologo. Orientarsi in un mare di culture (ed. Laterza, 2015, 14 €). Gli stimoli sono resi evidenti anche dall’abbondanza di interrogativi che vi sono disseminati: è sempre un buon segno quando i punti interrogativi di un libro sono di gran lunga più numerosi che le affermazioni perentorie che ci infligge una saggistica tanto presuntuosa quanto effimera.

Il libro dichiara fin dalle prime pagine i suoi obiettivi e le sue origini. Gli obiettivi risultano chiari dal titolo: dire “bussola” significa rinviare ad esplorazioni in corso, non a verità scolpite nella pietra e, da qui, l’esigenza di orientarsi su territori ancora poco conosciuti, non solo in lontani Paesi esotici ma anche tra le tribù padane e altre ancora, avventurandosi in un “mare di culture” per navigare nel quale non esistono mappe sicure e immodificabili.

Le origini del libro sono da ricercare nell’intensa collaborazione di Adriano Favole con il supplemento culturale del Corriere della sera, La Lettura, dove dal 2012 sono presenti i suoi articoli che, aggiornati e aggregati per temi, sono in parte reperibili nel presente saggio di antropologia.

Ne risulta un ricco catalogo di temi che disegnano la nostra “comune umanità”, per riprendere le parole del “manifesto convivialista”, che si interroga su “che fare per valorizzare le ricchezze umane quali la gratuità, la creatività, le relazioni con gli altri”. Centrale diventa a questo proposito il tema del dono, un tema stimolato anche da questi anni di crisi, propizi a rafforzare il dono, la relazione e la condivisione e che, senza sposare l’opzione della decrescita, mira a contrastare l’esasperazione dell’homo oeconomicus, “il trionfo della finanza senza scrupoli, dei paradisi fiscali del dilagare della corruzione politica”.

Lungo è il catalogo delle scie tematiche che segnano la navigazione nel “mare delle culture”: dai segnali che provengono dai nostri corpi alla pluralità delle forme-famiglia, dalle critiche alle derive economiche alle possibili opzioni sul “che fare” fino alle pagine consacrate alla “democrazia degli altri” a sostegno di una concezione di “democrazia culturale”, per concludere sull’orizzonte di una “umanità senza confini”.

Da buon antropologo che ha esplorato terre lontane, in Oceania in particolare, Adriano Favole non dimentica le sue origini – non ama, a ragione dire radici – nella provincia di Cuneo, dove è nato e vive. E così ci invita a non astrarci dal luogo concreto in cui viviamo, come ricorda l’apertura del libro: “Passeggiare tra le bancarelle, nel caos ordinato e colorato di un mercato cittadino, è un po’ come navigare in un mare di culture. Negli spazi ristretti di un luogo che non ha perso il suo interesse nonostante i centri commerciali e gli acquisti on line, in cui economia e socialità continuano a intersecarsi, si condensano storie millenarie nelle quali le società umane si sono incontrate, scontrate, aggrovigliate”

E’ in questo groviglio che stiamo vivendo oggi, incalzati da infiniti interrogativi che arricchiscono la nostra “umanità senza confini”, dove dobbiamo imparare a vivere, nel rispetto delle differenze e alla ricerca di convivenze, a tratti anche faticose.

 

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