La Commissione Europea lancia un piano di investimento di 3.2 miliardi di euro per promuovere la connettività sostenibile nei Balcani Occidentali

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Mercoledì 25 febbraio la Commissione Europea ha svelato un pacchetto di investimenti per l’equivalente di 3.2 miliardi di euro a supporto dei progetti di trasporto sostenibile, energia pulita, ambiente e clima, digitale e sviluppo umano nell’area dei Balcani Occidentali (Albania, Bosnia e Erzegovina, Kosovo, Montenegro, Nord Macedonia e Serbia).

Questo rappresenta un primo grande passo nel contesto dell’ambizioso piano europeo “Economic and Investment Plan for the Western Balkans” adottato nel ottobre 2020. 

Nei prossimi anni, secondo quanto previsto dal piano, l’obiettivo sarà di mobilitare nella regione circa 30 miliardi di euro in investimenti, combinati tra sussidi, prestiti agevolati e fideiussioni bancarie.

Ciò permetterebbe di ridurre progressivamente il gap di sviluppo tra l’UE e i Balcani, oltre a porre le basi per una ripresa economica di questi ultimi dopo la crisi causata dalla pandemia Covid-19.

  • Trasporti: verranno avviate le costruzioni di strade e ferrovie per collegare meglio le località della regione, facilitando il commercio regionale, diminuendo i tempi di spostamento e stimolando una crescita economica sostenibile che possa portare benefici ai cittadini locali;
  • Energia: si svilupperanno le risorse energetiche rinnovabili utili ad una transizione verso l’energia pulita nella regione diminuendo gradualmente l’utilizzo del carbone;
  • Ambiente e clima: verranno sviluppati impianti per il trattamento delle acque reflue in una prospettiva green, salvaguardando la salute ed il benessere dei cittadini.
  • Digitale: verrà ampliata la banda larga anche nelle zone rurali per garantire un accesso universale in tutti i Balcani Occidentali;
  • Sviluppo umano: si edificherà una nuova struttura ospedaliera pediatrica universitaria per accrescerne la capacità di intervento e per includere nuove tecnologie diagnostiche e di trattamento.

Per approfondire: il comunicato della Commissione Europea

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