La BCE riduce ancora il costo del denaro

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«Le prospettive di stabilità   dei prezzi sono migliorate e le aspettative inflazionistiche continueranno a scendere, ma le incertezze legate alla crisi creditizia restano straordinariamente alte e ci aspettano sfide eccezionali». Così il presidente della Banca Centrale Europea (BCE), Jean-Claude Trichet, ha motivato il taglio del costo del denaro di mezzo punto.
La decisione della BCE era ampiamente attesa e annunciata e ha portato i tassi di rifinanziamento ai livelli dell’ottobre 2006: il tasso d’interesse scende così al 3,25%, quello sui depositi al 2,75% e quello marginale al 3,75%. Lo scorso 8 ottobre la BCE aveva già   deciso una riduzione dei tassi di mezzo punto coordinata con la Federal Reserve statunitense, la Banca d’Inghilterra e altre tre grandi banche centrali, mentre fino all’ultimo ha discusso se il taglio attuale dovesse essere di tre quarti di punto optando poi per mezzo punto percentuale.
Pur non impegnandosi ufficialmente, la BCE non ha escluso per il prossimo mese di dicembre un ulteriore taglio del costo del denaro.
Intanto, in un aggiornamento straordinario del World Economic Outlook, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) fa previsioni pessime per il 2009 ritoccando al ribasso le stime fatte a ottobre sulla crescita dell’economia mondiale: -0,3% per le economie avanzate, -0,7% per gli USA, -0,5% per la zona euro, -1,3% per il Regno Unito, -0,8% per la Germania, -0,7 per la Spagna, -0,6% per l’Italia, – 0,5% per la Francia. Secondo il FMI, infatti, la crisi finanziaria «rimane virulenta», i mercati «sono entrati in un circolo vizioso» e le misure adottate dai governi «hanno bisogno di tempo per esplicare tutti i loro benefici».

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