L’UE si impegni per la non proliferazione nucleare

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Rafforzare il Trattato di Non Proliferazione (TNP) delle armi nucleari, perchà© la propagazione delle armi di distruzione di massa e dei loro vettori «rappresenta una delle minacce più serie alla sicurezza internazionale», sostiene il Parlamento Europeo.
Dal momento che l’UE si è impegnata a «utilizzare tutti i mezzi a sua disposizione per prevenire, scoraggiare e arrestare i programmi di proliferazione nucleare», l’Europarlamento ha chiesto al Consiglio di intensificare gli sforzi per attuare il regime di non proliferazione che miri al disarmo nucleare totale, raccomandando inoltre di rafforzare il mandato dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) ponendo sotto il suo controllo la produzione, l’impiego e il ritrattamento del combustibile nucleare.
Il Parlamento Europeo ha apprezzato l’impegno della nuova Amministrazione degli USA a favore del disarmo nucleare, per questo chiede all’UE di approfondire il dialogo con l’Amministrazione Obama e con tutte le potenze nucleari, affinchà© sia perseguita un’agenda comune per la progressiva riduzione dei depositi di testate nucleari. In particolare, USA e Russia devono essere supportate nelle misure volte a una riduzione sostanziale dei loro arsenali nucleari.
In prospettiva della Conferenza di revisione del TNP, che si terrà   nel 2010, l’UE dovrebbe sviluppare «strategie per giungere a un accordo su un trattato che ponga fine alla produzione di materiale fissile destinato alle armi», mentre il Consiglio dell’UE è invitato a esercitare pressioni per la ratifica del Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari (CTBT) e del rinnovo del Trattato per la riduzione delle armi strategiche (START): «L’accordo imporrebbe non soltanto agli Stati non dotati di armi nucleari o a quelli attualmente fuori del TNP ma anche ai cinque membri del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, tutti detentori di armi nucleari, di rinunciare alla produzione di materiale fissile destinato alle armi e di smantellare tutti i loro impianti esistenti di produzione di tale materiale» ha rilevato l’Europarlamento.

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