L’Eurogruppo vara un piano anti-crisi finanziaria

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Le borse europee hanno reagito bene alle decisioni dei leader politici della zona euro che, riuniti a Parigi in un Vertice straordinario, hanno deciso di garantire i prestiti interbancari e la ricapitalizzazione delle banche in difficoltà  .
I governi dell’Eurogruppo (e del Regno Unito, che ha partecipato al Vertice pur non avendo adottato l’euro) hanno infatti concordato un piano «anti-tracollo», che intende difendere la solidità   del sistema bancario e garantire che la crisi di liquidità   non strangoli l’economia reale. Sta poi alle autorità   nazionali tradurre le linee concordate in provvedimenti concreti.
In pratica, come ha spiegato il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, è stata definita una «tool box» («cassetta degli attrezzi») a cui si potrà   ricorrere in base alle esigenze e alle realtà   specifiche dei singoli Paesi, sempre perಠin stretto coordinamento tra i Paesi dell’eurozona.
Una delle novità   più rilevanti è la decisione di introdurre «flessibilità  » alle norme europee sugli aiuti di Stato: i governi si sono infatti dichiarati pronti a interventi coordinati e concertati per sostenere, anche attraverso garanzie pubbliche, il rifinanziamento delle banche a breve termine sul mercato interbancario, ma anche a garantire o acquisire direttamente emissioni obbligazionarie a medio termine fino a una durata massima di cinque anni. Tali misure dovranno essere limitate nel tempo e nell’importo, saranno sottoposte al controllo delle autorità   finanziarie e potranno essere realizzate fino alla fine del 2009. Inoltre, i governi dell’eurozona, preoccupati degli effetti negativi della crisi di liquidità   sull’economia reale, hanno previsto la possibilità   di mettere a disposizione delle banche nuovi «mezzi», in cambio di azioni privilegiate o simili, finalizzati al sostegno delle attività   produttive.
Alla fine è prevalsa l’idea di non definire regole precise cui attenersi ma invece di stabilire solo i principi di fondo, lasciando poi a ogni Paese la scelta di come intervenire concretamente. «Gli Stati membri devono agire in un quadro comune, coordinando le loro azioni. Crediamo che sia molto importante assicurare questa coerenza, anche con i Paesi membri che non fanno parte della zona euro, come il Regno Unito, per restaurare la fiducia nei mercati» ha dichiarato il presidente della Commissione europea, Josà© Manuel Barroso.
«Bisogna ridare liquidità   alle banche, perchà© diano finanziamenti a medio termine, soprattutto alle famiglie e alle piccole imprese: per questo stiamo varando questo piano, che tutti i Paesi applicheranno, anche se con flessibilità  » ha invece sottolineato il presidente di turno dell’UE, Nicolas Sarkozy. Il presidente francese ha perಠaggiunto: «Non faremo regali alle banche. Gli Stati faranno pagare gli interventi al loro giusto prezzo. I management che falliscono saranno messi da parte, non dovranno avvantaggiarsi da questo piano».
Ribadendo cioè l’impegno a evitare qualsiasi fallimento di banche attraverso le necessarie iniezioni di capitali, i governi della zona euro si sono perಠimpegnati affinchà© gli interventi siano effettuati «nel rispetto degli interessi dei contribuenti e accompagnati da adeguati piani di ristrutturazione». Il costo complessivo di questi salvataggi e più in generale l’intero piano d’emergenza concordato a Parigi costituiranno l’argomento centrale del Consiglio europeo che si svolgerà   a Bruxelles nei giorni 15-16 ottobre prossimi e a cui parteciperanno i rappresentanti degli altri Stati membri dell’UE che non fanno parte della zona euro.

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