IX Forum Sociale Mondiale

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Si è svolta dal 27 gennaio al 1° febbraio nella città   di Belà©m, nel cuore dell’Amazzonia brasiliana, la nona edizione del Forum Sociale Mondiale (FSM), cui hanno preso parte 12.000 persone da più di 150 Paesi, in rappresentanza di quasi 6000 organizzazioni (movimenti sociali, ONG, sindacati e gruppi religiosi); tra queste oltre 3000 delegazioni indigene.
Il filo rosso, attorno al quale si è svolto questo confronto tra esponenti della società   civile di tutto il mondo, sono i temi della sostenibilità   ambientale, la deforestazione, il cambiamento climatico, ma anche la crisi economica mondiale e le alternative al modello di sviluppo. Sullo sfondo il tema del «buen vivir», il nome che i popoli indigeni danno a un modello di vita lontano da quello occidentale basato sull’armonia cercata e perseguita con i propri simili e l’ambiente circostante e che garantisce a ogni individuo la tutela dello spazio in cui nasce e in cui vive, opportunità   di lavoro, studio, diritto alla salute e alla vita. Il Forum è stato occasione di confronto (2300 le attività   organizzate, tra sessioni plenarie, seminari, workshop, cerimonie, attività   sportive e artistiche), ma anche opportunità   per definire alcuni punti politici su cui coordinare gli sforzi nel prossimo futuro.
La prima giornata, che ha visto la presenza massiccia di capi di Stato (i presidenti di Venezuela, Ecuador, Bolivia, Paraguay e Brasile) ha suscitato molte critiche tra quelli che temono «l’ufficializzazione» del Forum e che questo appuntamento si trasformi in una specie di Vertice della nuova sinistra sudamericana. I presidenti hanno incontrato i movimenti e si sono confrontati con i rappresentanti di alcune organizzazioni di lavoratori, donne e campesinos. I temi affrontati sono stati molteplici, dagli accordi commerciali al debito ecologico, dalla sovranità   alimentare alla crisi globale. Il presidente del Brasile, Lula, non ha partecipato all’incontro con i movimenti contadini per paura delle contestazioni alle ultime decisioni del governo su agrocombustibili, progetti infrastrutturali, riforma agraria e urbana.
Più di 3000 i delegati dei popoli indigeni che hanno partecipato alla Giornata Pan-Amazzonica interamente dedicata a tutto ciಠche riguarda la foresta e i popoli che la vivono. Al centro della giornata la questione amazzonica, che è stata affrontata non solo da un punto di vista ambientale, ma in un’ottica che tiene unita la sostenibilità   ambientale a quella sociale e, soprattutto, che restituisce voce ai popoli che abitano l’Amazzonia e la difendono. Cambiamenti climatici e giustizia ambientale, diritti umani, lavoro, migrazioni, fine della criminalizzazione dei movimenti sociali, terra, territorio, identità   indigena e sovranità   alimentare i temi affrontati. Una delle questioni certamente più dibattute in questa giornata è stato il progetto IIRSA (Iniziativa per l’Integrazione dell’Infrastruttura Regionale Sudamericana). Un enorme progetto che prevede la costruzione di strutture di comunicazione terrestri, fluviali, e marittime, inter-amazzoniche e trans-andine e la realizzazione di progetti idroelettrici e di sfruttamento minerario e petrolifero che potrebbe avere innumerevoli impatti sull’ecosistema e sui popoli indigeni.
Il Forum è stato chiuso da una cosiddetta Assemblea delle assemblee, che ha raccolto le principali proposte emerse durante gli incontri tematici cui è stato dedicato l’ultimo giorno di lavori, con l’obiettivo di comporre un calendario di appuntamenti condiviso per orientare l’azione di movimenti, sindacati e associazioni per il prossimo anno.
Tra i prossimi appuntamenti di azione e mobilitazione, spiccano la settimana di mobilitazione globale contro la guerra e gli armamenti che si terrà   dal 28 marzo al 4 aprile, il G8 di luglio in Sardegna, dove i movimenti si sono già   dati appuntamento per presentare le loro proposte, il 12 ottobre, che diverrà   da quest’anno giornata globale di mobilitazione in difesa della Madre Terra e contro la mercificazione della vita, lanciata dal movimento indigeno proprio nella data che ha significato l’inizio della dominazione spagnola e del genocidio dei popoli indigeni del continente.

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