Secondo la classifica mondiale stilata dal Rapporto annuale del Word Economic Forum (WEF) sulla partecipazione femminile alla vita economica, politica e sociale, l’Italia si trova solo all’84° posto, di gran lunga l’ultimo tra i Paesi europei.
In Italia, rilevano i dati raccolti dal WEF, le donne guadagnano meno della metà dei colleghi maschi, solo il 21% delle donne raggiunge posizioni elevate nel mondo del lavoro e nel Sud del Paese il tasso di occupazione femminile è fermo al 31%. Prestazioni sufficienti quelle italiane solo nel settore dell’istruzione, dove l’Italia si piazza al 32° posto tra i 128 Paesi presi in esame.
Completamente diversa la situazione nella maggior parte degli altri Stati membri dell’UE o comunque europei. In testa alla classifica del WEF si confermano i Paesi scandinavi: Svezia, Norvegia, Finlandia e Islanda sono infatti vicini all’uguaglianza di genere. Poi, a parte «l’intrusione» di Nuova Zelanda e Filippine, la classifica vede nell’ordine Germania, Danimarca, Irlanda, Spagna, Regno Unito, Paesi Bassi, Lettonia e Lituania, con questi ultimi due che registrano i migliori avanzamenti nell’ultimo anno ma con miglioramenti che riguardano anche l’Irlanda, la Spagna e il Belgio, che si trova al penultimo posto di una «top 20» che vede la presenza di ben 14 Paesi europei.
L’Italia, all’84° posto, è lontanissima per quanto concerne le pari opportunità , evidentemente «fuori dall’UE» rispetto a questo importante aspetto economico-sociale: è immediatamente preceduta da Indonesia, Cipro e Kenya, mentre è appena seguita da Mauritius, Cile, Malawi e Zimbabwe.