Italia-Germania evoca per molti il ricordo della finale dei Mondiali di calcio del 1970 in Messico, quando gli azzurri vinsero 4 a 3. Oggi, a oltre mezzo secolo di distanza, il confronto tra i due Paesi si gioca sul campo della battaglia politica europea, alla vigilia di un’altra partita ben più decisiva di quella di allora, per le elezioni del Parlamento europeo del giugno 2024.
L’ondata di retorica e propaganda politica che ha travolto l’informazione italiana nelle scorse settimane ha finito per occultare forse il più importante dei tanti incontri del Presidente del Consiglio italiano con altri suoi colleghi nel mondo: quello avvenuto a Roma con il Cancelliere tedesco Olaf Scholz l’8 giugno scorso.
I giornali e le televisioni ne hanno parlato al momento, ma non ne è rimasta una gran traccia nei giorni successivi, facendo mancare quindi l’occasione di una lettura meno superficiale dello scambio al massimo livello tra Italia e Germania.
Le dichiarazioni ufficiali riferiscono di “un rafforzamento e un’intensificazione del dialogo bilaterale anche grazie al Piano d’Azione Italia-Germania” da adottare nel prossimo vertice intergovernativo previsto in Germania entro fine anno, lo stesso nel quale prende vita l’accordo industriale tra le compagnie aeree di bandiera, Ita e Lufthansa.
Quello che si profila è uno scenario complesso dove si intrecciano ingredienti diversi, tanto europei che nazionali, tanto politici che economici.
A livello europeo l’intesa tra Roma e Berlino fa eco al recente Trattato del Quirinale tra Italia e Francia, firmato dal governo Draghi il 26 novembre 2021 e entrato in vigore il 1° febbraio scorso. Trattato che a sua volta richiama quello più antico e molto più impegnativo tra Francia e Germania firmato nel 1963, rilanciato e rafforzato con il più recente Trattato di Aquisgrana tra il Presidente francese Emmanuel Macron e l’allora Cancelliera tedesca, Angela Merkel, il 22 gennaio 2019. Rientra in questa ibrida dinamica politica europea anche il più recente Trattato di Barcellona, firmato tra Spagna e Francia il 19 gennaio 2023.
Si tratta di intese volte a consolidare rapporti bilaterali tra Paesi UE, collocandoli contemporaneamente sulla traiettoria di una cooperazione rafforzata intergovernativa europea che a qualcuno fa venire in mente il possibile avvio di una futura “Europa a più velocità”, che associa Paesi fondatori UE e nuovi arrivati, oggi aderenti alla moneta unica.
Su questo sfondo l’intesa perseguita tra Italia e Germania risente della svolta politica dell’attuale governo italiano alla ricerca di nuove alleanze che, senza troppo attivare quella conclusa con la Francia, punta a riequilibrarla con un cauto avvicinamento alla Germania, mantenendo l’accordo nel perimetro limitato di un “Piano d’azione” piuttosto che con uno strumento politicamente più impegnativo quale un “Trattato”.
Questo particolare accordo intergovernativo non sembra avere grandi ambizioni, in particolare sul versante europeo dove molti e pesanti restano i dissensi politici tra Germania e Italia, dalla mancata ratifica del Meccanismo europeo di stabilità (MES) alla imminente riforma del Patto di stabilità, dalle preoccupazioni tedesche, e non solo, per la realizzazione del “Piano nazionale di ripresa e resilienza”(PNRR) fino alle posizioni divergenti in materia di flussi migratori.
Se poi a tutto questo si aggiungono le simpatie che l’attuale governo italiano continua a mantenere nei confronti di presunti Paesi amici, come Ungheria e Polonia, e verso movimenti di estrema destra come “Vox” in Spagna, allora la geometria delle alleanze italiane nell’Unione Europea appare piuttosto sbilenca ed è difficile dire quanto potrà reggere quando il gioco si farà duro e i duri cominceranno a giocare, come nell’imminente vigilia elettorale europea.