IA e lavoro: il Centro Comune di Ricerca identifica le professioni più vulnerabili

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Il Centro Comune di Ricerca (JRC – Joint Research Centre) della Commissione Europea ha messo a punto una metodologia per individuare quali professioni saranno maggiormente esposte all’impatto dell’intelligenza artificiale in futuro. Grazie a un “AI exposure score” (indice di esposizione all’IA), è possibile valutare quanto ciascuna occupazione possa essere trasformata o influenzata dall’adozione dell’IA. Questo metodo collega i test utilizzati per valutare l’IA alle abilità cognitive richieste, e successivamente alle attività svolte in oltre 100 professioni, secondo la classificazione internazionale ISCO (International Standard Classification of Occupations).

Dall’analisi emerge che le professioni più esposte all’impatto dell’IA sono quelle ad alto contenuto cognitivo, come ingegneri, sviluppatori software, insegnanti, funzionari amministrativi e policy maker. Questi ruoli richiedono competenze come comprensione, astrazione, sintesi di informazioni e ragionamento: proprio le aree in cui l’intelligenza artificiale sta compiendo i maggiori progressi. Gli insegnanti, ad esempio, risultano tra le categorie più esposte, con un livello superiore al 90% rispetto alle altre professioni. Al contrario, i lavori manuali o fisici – come camerieri, cassieri, agricoltori o addetti alle pulizie – mostrano un’esposizione molto bassa, in quanto basati su abilità motorie e sensoriali, in cui l’IA è ancora poco sviluppata.Tuttavia, secondo il JRC, un’elevata esposizione non significa necessariamente la scomparsa di queste occupazioni, ma piuttosto una trasformazione delle mansioni: l’IA potrà infatti automatizzare funzioni specifiche, come la stesura di documenti o l’analisi di dati. Questa tendenza si è accentuata tra il 2020 e il 2024, anni in cui la ricerca sull’intelligenza artificiale si è concentrata sempre più sull’elaborazione di testi, immagini e video, ampliando le capacità dell’IA in ambiti tipici delle professioni intellettuali.Per accompagnare al meglio questa transizione, è importante promuovere politiche educative che valorizzino le competenze tipicamente umane, come l’intelligenza emotiva, il pensiero critico e la capacità comunicativa. Allo stesso tempo, sono necessarie strategie occupazionali inclusive, capaci di prevenire squilibri nel mercato del lavoro e di favorire una forza lavoro flessibile e pronta ad adattarsi ai cambiamenti in atto. Per saperne di più: JRC methodology assesses which occupations face greatest disruption with the uptake of AI

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