I commenti del dopo Hampton Court

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Si comincia con Jean Claude Juncker – Primo ministro lussemburghese e Presidente di turno dell’Ue dal gennaio al giugno 2005 – che ha definito il vertice un «seminario interessante» nel quale, perà², non sono stati fatti passi avanti concreti e soprattutto non si è riusciti a dare il segnale di un’Unione europea che, dopo i No francese e olandese alla Costituzione è ancora capace di agire. Ad Hampton Court non si è detto molto di più di quanto già   scritto nelle conclusioni del luglio 2005. Anche le proposte emerse sugli investimenti in ricerca – che dovrebbero essere di 10 miliardi – e sulle prospettive finanziare – il negoziato dovrebbe ripartire dall’ultimo compromesso proposto dalla Presidenza lussemburghese – non ci sono state sostanziali novità  . Seguono le reazioni di alcuni Eurodeputati che, anticipando il dibattito parlamentare sul Vertice previsto per il 16 novembre, si esprimono criticamente nei confronti del fatto che il vero nodo – il quadro finanziario 2007 – 20013 – non sia stato affrontato. Ancora una volta hanno prevalso gli interessi nazionali e si è scelto di rinviare a dicembre la ricerca di un compromesso che ha poche possibilità   di essere concluso. Il Segretario della Confederazione Europea dei Sindacati, John Monks, ha invece commentato positivamente le proposte del Presidente della Commissione Barroso in materia di «tempi di lavoro», lavoro interinale, servizi e fondo di adeguamento alla globalizzazione ma ha sottolineato la mancanza di una strategia concreta per il rilancio dell’occupazione e della crescita economica. E’ necessaria una nuova Agenda per l’Europa che metta al centro temi quali le ristrutturazioni, il cambiamento demografico, l’immigrazione, la formazione e la direttiva servizi e che soprattutto abbia l’obiettivo di politiche economiche coordinate. Infine da segnalare il commento amaro del Presidente delle Camere di Commercio Austriache secondo il quale il vertice puಠessere stato positivo per i Capi di Stato e di Governo ma non per i cittadini e gli imprenditori d’Europa.
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