“Andare CONTROMANO è rischioso, ma si vede la gente in faccia”
La ribellione in corso dei sindaci contro il Decreto (in)Sicurezza non rivela solo una tensione crescente tra poteri locali e governo nazionale, arricchendola di nuovi conflitti e mettendo sotto pressione la diffusa domanda di autonomia che potrebbe segnare l’inizio di una nuova stagione politica in Italia.
Nell’opposizione dei sindaci a mandare in esecuzione normative improvvisate, e spesso inapplicabili, c’è molto di più di una divergenza amministrativa e politica.
La natura del dissenso ha un’evidente valenza etica: la denuncia di una forma di legalità che non traduce il valore della giustizia, anzi lo calpesta.
Una lezione anche per l’Europa sul fronte caldo delle migrazioni, perché se è vero che l’UE opera nella legalità non intervenendo operativamente sui movimenti migratori non avendo ricevuto dagli Stati membri una formale delega per farlo (e la mancata redistribuzione del migranti, sollecitata dalla Commissione europea, ne è la prova), è almeno altrettanto vero che i principi e i valori richiamati dai Trattati impongono alla politica di adeguare a questi ultimi la legalità delle norme in vigore.
Quando chiediamo “più Europa”, chiediamo anche un’ “altra Europa “, coerente con i suoi valori fondativi, dove la giustizia viene prima della legalità e l’etica prima della politica e del diritto.