Europarlamento: più diritti nel Programma di Stoccolma

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Approvando una risoluzione in merito al Programma di Stoccolma, che stabilisce le priorità   europee in materia di giustizia e degli affari interni per i prossimi cinque anni e che sarà   adottato nel Consiglio Europeo del 10-11 dicembre, il Parlamento Europeo ha chiesto maggior tutela per i diritti dei cittadini.
Secondo l’Europarlamento va contrastato il «crescente fenomeno dell’intolleranza all’interno dell’UE», anche adottando «ulteriori misure legislative a livello europeo per quanto riguarda i reati generati dall’odio». Nel rispetto delle legislazioni nazionali in materia di diritto di famiglia, gli Stati membri dell’UE sono poi invitati a «garantire la libera circolazione dei cittadini dell’UE e delle loro famiglie, comprese le unioni registrate e i matrimoni, nonchà© ad evitare ogni forma di discriminazione per qualsivoglia motivo, compreso l’orientamento sessuale».
Altro aspetto importante sottolineato dal Parlamento Europeo è quello riguardante la necessità   di «una strategia europea globale volta ad eliminare la violenza contro le donne e ad affrontare con maggiore incisività   gli abusi sui minori», quali la violenza, la discriminazione, l’emarginazione sociale e il razzismo, il lavoro minorile, la prostituzione e la tratta di esseri umani.
Segnalando il problema del sovraffollamento delle carceri, gli eurodeputati auspicano più diritti per i detenuti e fondi europei per la costruzione di nuove strutture, chiedono poi maggior protezione e risarcimenti adeguati alle vittime di reato, in particolare alle vittime della criminalità   organizzata, della tratta di esseri umani e della violenza di genere, e osservano che le minoranze etniche sono «decisamente vulnerabili» poichà©, oltre ad avere problemi legati al reddito, «debbono anche affrontare i rischi legati alla discriminazione e ai crimini razzisti».
Una delle materie centrali del Programma di Stoccolma è quella relativa all’immigrazione e all’asilo. A tale proposito l’Europarlamento invita gli Stati membri «a dimostrare di essere pienamente impegnati a favore dei meccanismi di solidarietà  , quali il progetto pilota per la ridistribuzione interna dei beneficiari di protezione internazionale previsto dalla Commissione». Ritiene che occorra introdurre un sistema trasparente per la valutazione delle rispettive capacità   di accoglienza degli Stati membri e sia messo a punto «un meccanismo obbligatorio inteso a garantire un’effettiva solidarietà  , in particolare mediante il reinsediamento interno».
Il Parlamento Europeo sollecita la formalizzazione del «principio di solidarietà   e di equa ripartizione della responsabilità   previsto dal trattato di funzionamento dell’UE», principio che dovrebbe comportare un sistema di «solidarietà   obbligatoria e irrevocabile» unitamente ad una maggiore cooperazione con i Paesi terzi, in particolare con i Paesi limitrofi. La collaborazione con i Paesi d’origine e di transito dei migranti dovrebbe anche «garantire che essi svolgano un ruolo attivo nel contribuire alla gestione dei flussi migratori, prevenire l’immigrazione irregolare informando i potenziali immigranti dei rischi connessi e organizzare campagne informative efficaci sulle possibilità   di entrare e/o lavorare legalmente negli Stati membri dell’UE».
D’altro canto, osservano i deputati europei, agli immigrati va garantito l’accesso alla giustizia, all’alloggio, all’istruzione e all’assistenza sanitaria, deve essere sempre ricordato che l’asilo «è un diritto che va garantito a tutti coloro che fuggono da conflitti e situazioni di violenza», mentre il refoulement e le espulsioni collettive verso Paesi che non rispettano i diritti umani sono fermamente condannati.

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