Erasmus per la mobilità   dei giovani in Europa

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A 22 anni d’età  , la stessa età   media degli studenti che vi partecipano, il Programma Erasmus ha celebrato a Lund, il 5 e 6 ottobre scorso, il suo bilionesimo studente Erasmus. L’evento, in Svezia, ha coinciso con la conferenza ««Erasmus – The way forward and the Green Paper on mobility of young people» (Erasmus – Il suo futuro e il Libro verde sulla mobilità   dei giovani) patrocinata dalla presidenza del consiglio svedese. 31 studenti universitari di diversa nazionalità   e beneficiari di una borsa di studio Erasmus sono stati i protagonisti delle due giornate. In tale occasione, Maroàƒâ€¦à‚¡ àƒâ€¦à‚ efàƒâ€žà‚oviàƒâ€žà‚, il nuovo commissario europeo responsabile per l’Istruzione, la Formazione e la Cultura, si è dichiarato orgoglioso di poter celebrare il bilionesimo studente Erasmus, ma soprattutto ha sottolineato la volontà   della Commissione di trasformare la possibilità   di studiare o lavorare all’estero in realtà   e regola per tutti gli studenti europei, anzichà© essere solamente un’eccezione per alcuni.
Il programma Erasmus sostiene non soltanto studenti universitari, ma anche professori e professionisti che vogliono insegnare all’estero o personale universitario che vuole seguire nuovi corsi di formazioni in un altro paese dell’Unione. Gli studi dimostrano che il periodo di tempo passato all’estero promuove la crescita accademica, ma soprattutto lo sviluppo personale e professionale dello studente. Inoltre, lo scambio di personale accademico apporta un beneficio reciproco delle istituzioni coinvolte favorendo nuove forme di collaborazioni tra università  .
Le statistiche ci parlano di un vero successo: 22 anni di scambi di mobilità   per 2 milioni di studenti, più di 4000 istituti coinvolti che comprendono il 90% di tutte le università   europee, 33 Paesi partecipanti, includendo la ex Repubblica Jugoslava di Macedonia e la Croazia, appena arrivate nel gruppo. Durante l’anno accademico 2007/2008 più di 162000 studenti si sono mossi dal loro Paese per studiare presso una diversa università   europea. Oltre a cià², ben 27.000 professori sono partiti per insegnare o studiare all’estero. Altri 20.000 studenti hanno lavorato in imprese e organizzazioni europee grazie ad una borsa di studio Erasmus e 5000 dipendenti di università   hanno avuto la possibilità   di seguire corsi di formazione all’estero. In totale, le borse finanziate dal programma sono cresciute del 5,2% rispetto all’anno accademico precedente confermando il trend crescente che ha caratterizzato l’evoluzione di questo programma.
Sono pochi i programmi europei di tale portata e impatto. L’Erasmus è diventato il catalizzatore del processo di modernizzazione della educazione secondaria in Europa, ispirando e influenzando il processo di Bologna. àˆ evidente che questo programma ha la forza di creare e ridisegnare un nuovo spazio europeo per l’educazione secondaria, promuovere talenti e rafforzare l’innovazione in tutta l’Unione. Nel corso dei suoi 22 anni di vita, il programma è stato rivisto e migliorato, il suo campo di azione si è allargato, includendo nuove possibilità   di tirocini lavorativi e indirizzando nuove azioni di mobilità   anche a professori e professionisti. Inoltre, le sue potenzialità   hanno continuato a svilupparsi grazie all’innalzamento del fondo europeo stanziato per tale programma che ammonta ad un totale di 372 milioni di euro. Tuttora il programma Erasmus ha bisogno di crescere e pensare a nuove azioni di mobilità   per gli anni a venire. Infatti, nonostante il grande interesse suscitato e l’evoluzione positiva del programma, si conta che in media solamente il 4% di tutti gli studenti europei possano usufruire di una borsa di mobilità   Erasmus.
Alla conferenza di Lund, studenti, organizzazioni e università   hanno partecipato attivamente al dibattito al fine di trovare nuove strategie e soluzioni per incentivare la mobilità   degli studenti in Europa. Molti sono stati gli argomenti trattati nel tentativo di rispondere ai quesiti centrali posti. Libro verde «Promuovere la Mobilità   dei Giovani per l’Apprendimento», pubblicato nel luglio scorso dalla Commissione Europea: come far diventare l’esperienza di studio o di lavoro all’estero una regola e non più un’eccezione? Quali sono gli ostacoli alla mobilità   da superare? In che modo tutte le parti interessate (Commissione, Stati membri, regioni, Istituzioni di istruzione e formazione, ONG) possono collaborare per favorire la mobilità   per l’apprendimento dei giovani?
Tramite il Libro verde, la Commissione Europea esorta i governi e le singole persone a sostenerla nell’impegno a diffondere la mobilità   dei giovani. Infatti, anche se nell’attuale contesto economico tale obiettivo sembra difficile da raggiungere, la mobilità   a fini di apprendimento è un elemento fondamentale della strategia globale dell’Unione, volta a fornire le competenze e le capacità   necessarie per il suo futuro. Il Libro evidenzia la necessità   di iniziative che implicano il coinvolgimento e l’intervento a livello nazionale, regionale ed istituzionale, ma anche l’attenzione della società   civile e delle aziende.
Completando il questionario on-line (http://ec.europa.eu/dgs/education_culture/consult/index_en.html) tutti i cittadini e gli attori interessati possono partecipare al dibattito lanciato dalla Commissione, sostenendo e suggerendo le future linee di azione dell’Europa in questo ambito. La consultazione del Libro verde è aperta fino al 15 dicembre 2009.

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