Egitto, diritti dell’uomo, Giulio, Zaki e gli altri

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Si sono incrociate in questi ultimi giorni notizie contrastanti e disorientanti sui temi della democrazia e del rispetto dei diritti dell’uomo. 

È proprio infatti di pochi giorni fa la presentazione da parte della Commissione europea di una nuova strategia  per rafforzare il rispetto dei diritti fondamentali nell’Unione, volta a ribadire i valori fondanti e irrinunciabili di questa nostra Europa. Una strategia presentata insieme ad un altro importante documento per la costruzione europea e cioè un piano d’azione per il  rafforzamento della democrazia. 

Due temi di vitale importanza per il futuro dei cittadini europei, democrazia e rispetto dei diritti,  che si sono scontrati con inquietanti realtà venute vistosamente a galla nello stesso momento : per quanto riguarda la democrazia l’inaccettabile e ignobile ricatto di Polonia e Ungheria sul rispetto dello stato di diritto e l’uso dei fondi europei; per quanto riguarda il rispetto dei diritti fondamentali l’altrettanto inaccettabile accoglienza riservata dalla Francia al Presidente egiziano Abdel Fattah Al-Sisi.

È stata un’accoglienza sfociata nel conferimento, quasi sottobanco, della Legion d’onore ad un feroce dittatore, il quale, da quando ha preso il potere nel 2013, ha sottoposto il suo Paese ad una repressione senza limiti, contro oppositori del regime, giornalisti, militanti dei diritti umani, sindacalisti, semplici cittadini desiderosi di libertà d’espressione e di democrazia, rappresentanti di minoranze etniche. Nelle sue prigioni stracolme, si stima che siano circa 60.000 i prigionieri politici, si pratica la tortura e si uccide.

Ma tant’è, il Presidente francese, proprio nella patria dei Diritti umani, non è andato troppo per il sottile, tanti sono gli interessi che legano il suo Paese all’Egitto. In primo luogo l’interesse a mantenere buoni rapporti viene dal fatto che la Francia è il primo esportatore di armi in Egitto a livello globale. In secondo luogo, l’Egitto rappresenta, da un punto di vista geopolitico, un alleato strategico non indifferente, schierato con la Francia sui più sensibili teatri di conflitto odierni: nel Mediterraneo orientale e in Libia contro l’espansionismo della Turchia, in Siria e nel Nord Africa. Senza dimenticare la vulnerabilità della Francia in fatto di lotta al terrorismo, dove il sostegno di Al Sisi non è da sottovalutare sotto vari punti di vista.

Nel nostro Paese, alla ricerca di una verità sempre sussurrata, la visita del Presidente egiziano a Parigi coincide con le insostenibili rivelazioni sulla morte di Giulio Regeni, ucciso da uomini della Sicurezza Nazionale egiziana dopo giorni di torture. Non solo, ma la visita coincide anche con la decisione di non scarcerare Patrick Zaki e di infliggergli altri 45 giorni di reclusione in una prigione del Cairo.

Tutto questo succede nella nostra Unione Europea, sprovvista di solidarietà e di una politica estera e di sicurezza comune, ma soprattutto di un filo che leghi tale politica con il rispetto dei diritti umani. Una constatazione amara e preoccupante, che getta un’ombra sulla tenuta di quei valori intorno ai quali è nata e cresciuta la stessa Unione. È tuttavia anche un forte richiamo a tutti i cittadini europei perché si mobilitino in difesa dei diritti umani, cogliendo quell’invito della madre di Giulio pronta a trasformare la ricerca della verità in una lotta di civiltà in difesa di tali diritti. 

1 COMMENTO

  1. Articolo non solo bello, ma anche interessante per aver posto in evidenza la mancanza di scrupoli di alcuni politici che , in cambio della vendita di armi, hanno messo da parte il valore della libertà per tutti.

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