Disoccupazione record, al 9,5% nella zona euro

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Il tasso di disoccupazione nella zona euro è salito in luglio al 9,5% secondo le rilevazioni Eurostat, il tasso più elevato degli ultimi dieci anni, mentre nell’intera UE a 27 ha raggiunto il 9%, cioè il tasso più elevato dal maggio 2005.
Un anno fa, nel luglio 2008, i tassi di disoccupazione erano rispettivamente del 7,5% nei Paesi dell’euro e del 7% nell’UE a 27, per cui si è registrato un aumento di oltre 5 milioni in un anno del numero di disoccupati nell’UE e di 3,2 milioni nella zona dell’euro, portando a 21,8 milioni il totale di donne e uomini senza lavoro nell’UE, dei quali circa 15 milioni nell’area dell’euro.
Tra gli Stati membri i tassi più elevati in luglio hanno riguardato Spagna (18,5%), Lettonia (17,4%) e Lituania (16,7%), i tassi minimi sono invece stati rilevati nei Paesi Bassi (3,4%), in Austria (4,4%) e a Cipro (5,5%).
Rispetto a un anno fa, sottolinea Eurostat, tutti gli Stati membri hanno segnato un aumento della disoccupazione, con gli incrementi maggiori registrati in Lituania (dal 5,8% al 16,7%), Lettonia (dal 6,9% al 17,4%) ed Estonia (dal 4,1% al 13,3%), mentre gli aumenti meno significativi hanno riguardato la Romania (dal 5,7% al 6,2%) e la Germania (dal 7,2% al 7,7%).
Tra il luglio 2008 e il luglio 2009 il tasso di disoccupazione maschile è cresciuto dal 6,9% al 9,3% nell’area dell’euro e dal 6,6% al 9,1% nell’UE27, il tasso femminile è passato dall’8,3% al 9,8% nella zona euro e dal 7,4% al 9% nell’intera UE, mentre la disoccupazione giovanile (under 25) ha raggiunto il 19,8% nell’UE e il 19,7% nella zona euro rispetto al 15,4% di un anno prima in entrambe le aree, con Spagna (38,4%) e Lituania (30,9%) a segnare i tassi più elevati e i Paesi Bassi quelli minimi (6,6%).
Per quanto riguarda l’Italia, i dati comparabili a disposizione di Eurostat riguardano il primo trimestre 2009 (come per Grecia, Romania ed Estonia), con un tasso del 7,4% ma non aggiornato, mentre l’Istat ha reso noto che in giugno si è registrato un record nell’utilizzo della cassa integrazione (CIG), pari al 4,08% delle ore lavorate, il valore più elevato dal 2000. Particolarmente alta la quota di CIG per il settore industriale salita all’11,2%, settore in cui si è registrato in giugno un calo ulteriore dell’occupazione che al netto della CIG è diminuita dello 0,3% sul mese precedente e del 4,2% sull’anno.

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