Disoccupazione giovanile e diritti umani: il binomio per superare la crisi

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A otto anni dall’inizio della crisi economica, i tassi di disoccupazione nei giovani tra i 15 e 24 anni cominciano a diminuire da 23.3% a 20.4% dal 2012 al 2015. Nonostante questo dato incoraggiante, secondo Eurostat, i giovani facenti parte di questa fascia d’età sono i più a rischio di povertà ed esclusione sociale nell’Unione europea. Nel 2013, infatti, più del 30% è stato toccato da almeno una delle tre caratteristiche degli indicatori di povertà: povertà monetaria, deprivazione materiale, bassa intensità lavorativa. Il rapporto del Comitato europeo per i Diritti Sociali del 2015 ha rilevato come sovente le giovani generazioni lavorino in condizioni molto precarie e con lavori poco protetti ricevendo degli stipendi non adatti al lavoro svolto.

Un metodo chiave per fronteggiare questa situazione è la European Social Charter, un trattato del Consiglio d’Europa che contiene certe previsioni riguardanti la protezione delle giovani generazioni negli ambiti riguardanti i diritti sociali, legali e economici. Tutti gli Stati facenti parte del Consiglio dovrebbero ratificare questa carta d’intesa, ma per adesso solo Liechtenstein, Monaco, San Marino e Svizzera hanno firmato la carta come rivista nel 1996, mentre solo Francia e Portogallo hanno ratificato ogni sua parte.

Inoltre, il Consiglio si è impegnato a promuovere diverse iniziative per incentivare la partecipazione delle organizzazioni rappresentanti i giovani. In particolare, il 20 e 21 Maggio a Strasburgo si terrà lo YO!Fest e lo European Youth Event, una buona occasione per discutere dei bisogni dei giovani e creare uno spazio utile per lo scambio di idee e buone pratiche per le organizzazione di giovani e ONG internazionali.

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