Dieci anni di euro, fattore di stabilità  

760

Intervenendo alle celebrazioni per il decennale dell’euro, a Bruxelles, il commissario europeo per gli Affari economici e monetari Joaquin Almunia ha sottolineato come la moneta unica europea sia un «fattore di stabilità  » e non ha alcuna colpa per la perdita del potere d’acquisto.
Almunia ha ricordato che al momento dell’introduzione della moneta unica europea, «in alcuni Paesi ci sono stati abusi che hanno pesato quell’anno per lo 0,2-0,3% sul tasso di inflazione e che sono stati ampiamente analizzati dalla Commissione e dalla BCE». Se si confronta il tasso di inflazione nella zona euro prima dell’inizio del processo di convergenza nominale in vista dell’euro, ha osservato il commissario europeo, si nota che in diversi Paesi era in media dell’8% e del 4% dopo l’avvio del processo di convergenza. Dal gennaio 1999 fino all’inizio dei problemi dovuti al rincaro del petrolio e delle materie prime, nell’estate scorsa, il tasso di inflazione si è poi attestato al 2,1-2,2%.
Secondo Almunia, gli abusi sono avvenuti solo in alcuni Paesi e hanno avuto un impatto limitato: «In alcuni Paesi dell’Eurozona si sono registrati dei chiari guadagni a livello di potere di acquisto e in altri no», cosa che «non è dovuta all’euro ma a condizioni del mercato interno». Il problema riguarda cioè la mancanza di produttività   e riforme strutturali meno ambiziose rispetto agli anni precedenti la moneta unica, sostiene Almunia, osservando come in dieci anni di euro «la crescita in alcuni Paesi dell’UE è stata troppo bassa». Oltre a cià², secondo Almunia «sono emerse differenze consistenti e durature tra i Paesi dell’area a livello di inflazione e di costi unitari del lavoro», divergenza che ha comportato una «perdita cumulata di competitività   e forti squilibri esterni per alcuni Paesi».

Approfondisci

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here