Democrazia sotto attacco nel mondo e in Europa

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Si manifestano sempre più frequenti le preoccupazioni sull’erosione della democrazia. Il tema è ricorrente in Italia, in particolare da quando questo governo si è insediato, allarmando non pochi in Europa. Da tempo di questo virus, che attacca la democrazia sopravvissuta, se ne parla per la sua progressiva pandemia nel mondo, ben al di là di regimi dittatoriali e autocrazie oggi in grande spolvero, ma anche per un Paese celebrato per le sue passate virtù democratiche, come nel caso  degli Stati Uniti di Donald Trump.

Di questo crescente malessere non è immune nemmeno l’Unione Europea, tanto a livello dei suoi Paesi membri (Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca, ma non solo) che nelle sue Istituzioni sovranazionali, non proprio esemplari per l’esercizio della democrazia, con un Parlamento europeo privato di poteri essenziali per i compiti da svolgere, una Commissione gestita con tratti autoritari dalla sua Presidente, Ursula von der Leyen, e un Consiglio dei ministri UE, prigioniero degli interessi nazionali e vittima costante del voto all’unanimità che mal si addice a una “democrazia tra le nazioni”.

Quanto basta per allarmare anche Bruxelles, ad un tempo vittima e complice di questa erosione dello Stato di diritto, al punto da giustificare un tardivo suono di tromba per chiamare tutti a un “serrare le fila” con un’iniziativa appena annunciata dal titolo battagliero: “Scudo europeo della democrazia”, presentata dalla Commissione europea mercoledì scorso.

Il tono, come sempre ambizioso, lo ha dato proprio Ursula von der Leyen: “Con questo scudo rafforzeremo gli elementi essenziali che permettono ai cittadini di vivere ogni giorno i nostri valori democratici condivisi: la libertà di espressione, i media indipendenti, istituzioni resilienti e una società civile vitale”. 

Già questa “grida”, di manzoniana memoria, meriterebbe qualche commento, punto per punto, ma ci sarà tempo per farlo verificando passo a passo che ne sarà nella pratica.

Adesso concentriamoci sulle proposte della Commissione raccolte nel triangolo “Elezioni, media e partecipazione civica”: le elezioni per proteggerne il normale esercizio da interferenze straniere, i media per una corretta informazione e la società civile come protagonista della vita democratica.

Quanto alle elezioni non sfugge a nessuno quanto sia complesso il problema, dall’astensionismo elettorale alla caduta di credibilità della politica, mentre sarà tutta in salita la salvaguardia di una corretta informazione minacciata dalla pervasività del digitale, esposto ad un allentamento delle regole europee previste, e dall’indebolimento del giornalismo, indipendente e locale, per il quale si fanno balenare “finanziamenti aggiuntivi”, senza che se ne conoscano per ora i criteri di attribuzione.

Intanto assistiamo a un ritorno di fiducia nella società civile, per la quale è presentata una strategia che mira a rafforzare il dialogo e la protezione delle organizzazioni civiche, fondamentali per la coesione sociale e la rappresentanza dei gruppi vulnerabili. 

Qui sono tre gli obiettivi perseguiti: coinvolgimento, sostegno e protezione e finanziamento sostenibile. Si va dalla creazione di una Piattaforma per promuovere il dialogo sui valori e i diritti fondamentali a strumenti di tutela e assistenza per le organizzazioni minacciate (chissà se anche quelle perseguite per i loro salvataggi in mare) fino alla promessa di finanziamenti nel futuro bilancio settennale 2028-2034, dove sarebbero previsti 9 miliardi di euro nel programma AgoraEU.

In proposito sarà interessante vedere quale sarà il sostegno dato a organizzazioni di piccole e medie dimensioni, spesso più efficacemente decentrate sul territorio e con reali capacità di dialogo diretto con i cittadini. 

Anche da questo dipenderà la credibilità dello “scudo”: se proteggerà la democrazia oppure interessi consolidati di grandi gruppi organizzati a livello nazionale o europeo.   

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