Cybersicurezza delle reti 5G: pubblicata la relazione degli Stati membri dell’UE

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La relazione pone in evidenza alcune sfide importanti per la sicurezza legate sia alle innovazioni chiave nella tecnologia 5G sia all’utilizzo di tali reti

Insieme alla Commissione europea e all’Agenzia dell’Unione Europea per la cybersicurezza (ENISA), gli Stati membri dell’UE hanno pubblicato una relazione sulla valutazione coordinata dei rischi per la cybersicurezza delle reti di quinta generazione (5G). Questo passaggio rappresenta un passo importante nell’implementazione della raccomandazione della Commissione relativa a tale tema.

Dal momento che le reti 5G rappresenteranno un elemento cruciale nello sviluppo economico e sociale dell’Europa, è fondamentale preservarne la sicurezza al fine di difendere settori strategici quali l’energia, i trasporti, le banche, la sanità e tutti quegli ambiti nei quali vengono veicolate informazioni sensibili. Per questo motivo, a ogni Stato membro era stato, dunque, richiesto di presentare alla Commissione e all’ENISA una propria valutazione dei rischi per le infrastrutture di rete 5G.

La relazione pone in evidenza alcune sfide importanti per la sicurezza legate sia alle innovazioni chiave nella tecnologia 5G, in particolar modo i software, le applicazioni e i nuovi servizi, sia al ruolo dei fornitori che faranno uso di tali reti di ultima generazione.

Per ciò che concerne, invece, gli effetti delle reti 5G, è possibile affermare che vi sarà un’esposizione maggiore agli attacchi e un numero crescente dei potenziali punti di accesso per coloro i quali realizzeranno tali attacchi. È, dunque, fondamentale che gli sviluppatori e le sviluppatrici dei software riescano a gestire in maniera adeguata le carenze a livello di sicurezza.

Considerando, inoltre, che alcuni elementi delle infrastrutture di rete stanno diventando più sensibili, si presuppone una maggiore esposizione ai rischi legati alla dipendenza degli operatori di reti mobili dai fornitori. Di conseguenza, il numero delle possibilità di attacco aumenterà. È, dunque, importante comprendere i potenziali rischi che ogni fornitore rischierà di incontrare nel corso del suo operato. La relazione pone, infine, in evidenza come le minacce alla disponibilità e all’integrità delle reti diventeranno importanti problemi in materia di sicurezza.

È, perciò, necessario che venga creato un nuovo paradigma di sicurezza che parta dagli attuali sistemi di sicurezza e che venga successivamente implementato dai singoli Stati membri. Entro l’ultimo giorno del 2019, si attende la presentazione di una serie di misure di attuazione per fronteggiare i rischi per la cybersicurezza sia a livello di Unione Europea sia a livello dei paesi membri. Nei successivi nove mesi, gli Stati membri valuteranno gli effetti generati dalla raccomandazione per stabilire se ulteriori interventi saranno necessari.

Per approfondire: il comunicato della Commissione europea

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