Conferenza a Lisbona: lotta alla disinformazione, emergenza planetaria

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La disinformazione rappresenta un’ulteriore, preoccupante allerta planetaria, ed è aggravata dall’uso di sofisticati strumenti di intelligenza artificiale. In una parola: inquina i pozzi ed è considerata tra le principali minacce critiche a livello mondiale. Il “perché” della situazione attuale ed il “come” affrontarlo, l’ha sottolineato, il 22 maggio a Lisbona, la conferenza del Comitato economico e sociale europeo (CESE). Il titolo dell’incontro era diretto e propositivo: “I cittadini possono sconfiggere la disinformazione”, realizzato in collaborazione con il Consiglio economico e sociale portoghese, con il supporto della Rappresentanza della Commissione europea. Non ne è uscito non propriamente un “vademecum” operativo, ma un modo per considerare l’importanza del coinvolgimento della comunità nella lotta alla disinformazione, l’alfabetizzazione mediatica, magari sfruttando l’intelligenza artificiale come alleata contro false informazioni e propaganda tossica. Sia l’UE che gli Stati membri hanno adottato misure per contrastare la disinformazione con un pacchetto di strumenti, tra cui l’Osservatorio europeo dei media digitali, il Digital Services Act (Dsa) e lo Scudo europeo per la democrazia. Tra gli altri interventi, interessante il dato fornito da Siim Kumpas, responsabile del team Politiche, Strategie e Partenariati del Servizio europeo per l’azione esterna (Seae). Il progetto EuvsDisinfo ha finora raccolto e smentito 19.031 casi di disinformazione. Si tratta del toolbox dell’UE contro la manipolazione e l’interferenza delle informazioni straniere (Fimi). Il team ha sviluppato lo strumento come passo significativo verso la costruzione di un approccio basato sulla comunità e di una vera e propria rete di difensori anti-fimi composta dalla società civile. 

Per approfondire: Community engagement in the fight against disinformation 

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