Comprendere le euroregioni

1926

Nel contesto dell’imminente tornata elettorale, l’euroregione sembra ritornata all’attenzione dei mezzi di comunicazione italiani. Non sempre è stato chiarito quale sia la sua funzione, struttura istituzionale e storia.

L’euroregione è un quadro istituzionale di cooperazione regionale tra territori frontalieri in Europa, con lo scopo di promuovere interessi comuni in diversi campi, tra cui il trasporto, l’integrazione economica, professionale, sociale e culturale, protezione ambientale, turismo, gestione del territorio e prevenzione di catastrofi naturali. Il concetto di euroregione è frutto dell’introduzione, nel processo di ricostruzione europea nel dopoguerra, di un elemento innovativo: le politiche regionali. Il Consiglio d’Europa, organizzazione internazionale che promuove la democrazia e i diritti umani in Europa, ha per primo affrontato la questione territoriale fino ad adottare, nel 1980, un accordo sulla cooperazione transfrontaliera. Con l’entrata del Regno Unito (1973), la Comunità Economica Europea ha anch’essa iniziato a occuparsi di questioni regionali, e nel 1975 ha istituito il Fondo per lo Sviluppo Regionale Europeo (ERDF). Progressivamente, è stata affiancata all'”Europa degli Stati nazione” un'”Europa delle regioni”. L’atto unico europeo (1986) ha introdotto strumenti di finanziamento e il trattato di Maastricht ha definito la “coesione territoriale” uno degli obiettivi perseguiti dall’Unione Europea (art 198-a Maastricht; art. 3 del trattato sull’Unione Europea).

Lo sviluppo storico delle politiche regionali ha prodotto diverse forme di cooperazione transfrontaliera, ma secondo la definizione del Consiglio d’Europa, l’euroregione è una forma di cooperazione promossa e istituita spontaneamente tra amministrazioni locali o regionali di territori attigui e transfrontalieri. Come chiarito dall’opinione del Comitato Economico e Sociale sulle euroregioni (2007/C 256/23), questo istituto non rappresenta una nuova forma di governo o amministrazione locale ma consiste in una piattaforma di scambio e di cooperazione “orizzontale” tra amministrazioni locali e regionali di diversi Stati, capace di promuovere una maggiore l’integrazione “verticale” con le istanze comunitarie, per esempio, facilitando l’accesso ai fondi per lo sviluppo territoriale. La costituzione di un’euroregione non richiede una forma specifica. Le euroregioni possono essere dotate o meno di personalità giuridica, ovvero la capacità di operare in modo autonomo rispetto ai soggetti costituenti. Inoltre possono essere costituite sia secondo norme di diritto pubblico che privato, conseguentemente ai dettami degli ordinamenti degli Stati coinvolti. Per esempio, tra le varie euroregioni esistenti, si contemplano sia dei semplici forum sia delle istituzioni capaci di realizzare progetti cofinanziati dalle istituzioni europee.

Ad oggi, le euroregioni sono diffuse in tutte le zone frontaliere d’Europa. In alcuni casi, si limitano a sviluppare visioni e indirizzi comuni, ma generalmente la loro azione è più incisiva, concentrandosi nel coordinamento di concrete politiche pubbliche sostenute dai finanziamenti dall’Unione Europea. Studi recenti hanno osservato che in seguito all’introduzione di programmi di sviluppo territoriale, quali INTERREG (dal 1989), si è verificato un importante aumento del numero di euroregioni. Prima degli anni novanta, delle variabili nazionali (es. la struttura federale o centrale dello Stato) e culturali avevano un impatto determinante nella cooperazione tra diverse amministrazioni locali o regionali. L’euroregione, nella sua forma attuale, è diventata un soggetto attivo, capace di rappresentare istanze locali presso le istituzioni comunitarie, consolidando una moltitudine di interessi particolari e superando i problemi legati alle competenze ed alla diversa natura giuridica dei soggetti costituenti. L’istituto dell’euroregione, di natura esclusivamente transfrontaliera, si affianca a numerosi strumenti nazionali per il miglioramento dei rapporti tra i diversi livelli di governo. In Italia, la Costituzione contiene il principio di leale collaborazione tra Regioni ed enti locali (Titolo V, parte seconda) e sono attivi organismi istituzionali di raccordo, quale il Consiglio delle autonomie locali ed è possibile ricorrere anche a strumenti informali, caratterizzati da una maggiore flessibilità e finalizzati a pervenire a decisioni concertate in tempi rapidi.

In conclusione, le politiche regionali rappresentano un’innovazione significativa e recente, frutto del dialogo internazionale ed europeo. L’euroregione costituisce una forma di cooperazione tra amministrazioni di territori transfrontalieri tra le più conosciute, ma non deve essere intesa quale nuova forma di governo territoriale o concepita in competizione con le istituzioni esistenti, perché non dispone né di competenze né di poteri propri. La sua ragion d’essere consiste nel consolidamento d’interessi locali ma comuni a territori limitrofi e appartenenti a diversi Stati, i quali non potrebbero approfittare di strumenti nazionali, e nella sua capacità di collaborare con le istanze comunitarie per il raggiungimento degli obiettivi comuni.

di Mattia Salamanca Orrego

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