Come il COVID-19 ha cambiato la migrazione

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Il presidente del Comitato Economico e Sociale Europeo, Luca Jahier ha condotto il 20 maggio scorso un webinar sulla migrazione al tempo del COVID-19. Hanno preso parte Notis Mitarachi, ministro Greco della migrazione e dell’asilo, Juan Ferdinando Lopez Aguilar, membro del Parlamento europeo e Presidente della commissione per le libertà civili, giustizia e affari interni e Catherine Woollard, Segretario generale del Consiglio Europeo per i rifugiati e gli esuli (ECRE).

I partecipanti hanno discusso su come l’impatto della pandemia abbia influenzato il processo migratorio nell’Unione Europea. Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, dall’inizio del 2020 sono arrivati in Europa 22000 migranti, di cui circa 18000 nei paesi sulle coste del Mediterraneo. Migliaia di essi sono rimasti bloccati a causa della chiusura dei confini e molti paesi europei dovranno probabilmente affrontare una nuova ondata migratoria una volta che i confini verranno aperti.

Il ministro greco Mitarachi ha affermato che il COVID-19 ha introdotto, per la prima volta, l’aspetto della salute pubblica nel dibattito sulla migrazione. In Grecia, uno dei punti di accesso principali sulle rotte dei migranti che entrano in Europa, molte isole al momento sono sovraffollate e le strutture di accoglienza non riescono a rispettare le misure di sicurezza obbligatorie per affrontare la crisi di COVID-19.

Tutti i partecipanti si sono trovati d’accordo sulla necessità di adottare, con urgenza, una politica comune per una migrazione legale, una priorità sulla quale gli Stati membri hanno avuto finora gravi difficoltà a coordinarsi, in special modo se la situazione della pandemia sul continente africano dovesse degenerare, raggiungendo proporzioni disastrose.

Luca Jahier ha concluso affermando che il nuovo patto sulla migrazione e il diritto di asilo deve dar prova della stessa solidarietà sia tra paesi membri che con paesi terzi, nel rispetto dei diritti e della dignità dei migranti.

Per approfondire: il comunicato del CESE

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