Clima: molta tattica e pochi risultati per ora a Cancà ºn

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Mentre tra i vari documenti resi noti da Wikileaks emergono i retroscena dell’accordo di Copenaghen di un anno fa sul clima, basato anche su pressioni e minacce, a Cancà ºn si stanno negoziando le nuove regole globali per limitare i cambiamenti climatici.
Le questioni centrali riguardano la forma e la natura del nuovo o dei nuovi Trattati, compreso il tipo di impegno di riduzione delle emissioni per i Paesi industrializzati e in via di sviluppo. Finora sono state confermate in sostanza le posizioni espresse un anno fa durante la Conferenza di Copenaghen, cioè in sintesi: la maggior parte dei Paesi poveri a favore di due protocolli legalmente vincolanti, un Trattato di lungo termine e il Protocollo di Kyoto emendato; i Paesi emergenti, tra i quali Cina e India, per due Trattati distinti cioè il Protocollo di Kyoto che rimane legalmente vincolante per i Paesi industrializzati e un Trattato di lungo periodo più o meno vincolante a seconda degli impegni della Conferenza ma non legalmente vincolante; i Paesi industrializzati, tra i quali UE e USA, che insistono per un unico Trattato onnicomprensivo e legalmente vincolante per tutti.
Secondo l’UE, a Cancà ºn dovrebbe essere adottato un pacchetto di decisioni basato sul Protocollo di Kyoto e che incorpori gli orientamenti politici contenuti nell’accordo di Copenaghen del dicembre 2009, approvato finora da 140 Paesi e che riconosce la necessità   di contenere il riscaldamento del pianeta al di sotto di 2°C rispetto alle temperature dell’era preindustriale.
La Conferenza, che si chiuderà   il 10 dicembre, dovrebbe quindi portare all’adozione di «un insieme equilibrato di decisioni che tengano conto dei progressi realizzati finora nei negoziati e che stabiliscano le grandi basi dell’architettura del futuro regime internazionale sul clima» si augurano i rappresentanti dell’UE, secondo i quali le decisioni adottate a Cancà ºn dovrebbero anche permettere di avviare azioni concrete immediate per lottare contro i cambiamenti climatici, in particolare nei Paesi in via di sviluppo.
In apertura della Conferenza ONU di Cancà ºn, i commissari europei per lo Sviluppo, Andris Piebalgs, dell’Azione per il clima, Connie Hedegaard, e per l’Allargamento e la Politica europea di vicinato, Stefan Fà ¼le, hanno annunciato l’apertura di «finestre» specifiche riguardanti i cambiamenti climatici all’interno di tutti gli strumenti regionali di investimento dell’Unione Europea. Attraverso tali «finestre» si intendono cioè individuare i finanziamenti e seguire tutti i progetti riguardanti i cambiamenti climatici finanziati dall’UE, dalla Banca Europea per gli Investimenti e da altre istituzioni finanziarie europee tramite i suddetti strumenti. Esse riguarderanno gli investimenti sia pubblici che privati, in settori strategici quali i trasporti, l’energia, l’ambiente, le risorse idriche, i servizi igienico-sanitari e la silvicoltura. Ad oggi, i nuovi progetti riguardanti i cambiamenti climatici in via di realizzazione nel quadro dei vari strumenti dell’UE ammontano a oltre 7 miliardi di euro.

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