Calais: il muro che getta un’ombra sulla culla della democrazia europea

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Il Regno Unito ha dichiarato di voler finanziare un muro di quattro metri di altezza e di un kilometro di lunghezza che percorrerà la strada principale che conduce al porto di Calais, in Francia. L’obiettivo è quello di creare una barriera per bloccare fisicamente l’esodo continuo verso la Gran Bretagna degli abitanti dell’immenso campo profughi creatosi ai margini dell’autostrada tramite i camion che si stanno per imbarcare al porto.

Questa intenzione di fortificare i confini rappresenta un chiaro segnale della fobia crescente in Europa verso i richiedenti asilo, e del recente risultato del referendum Brexit che ha decretato la vittoria dell’insofferenza verso i nuovi arrivi di migranti sul suolo britannico.

Questo muro si andrà ad aggiungere ai numerosissimi presenti in giro per il mondo nati con lo stesso scopo. Allo stesso tempo presenta qualcosa di più ridondante rispetto a quelli già costruiti: la barriera sarà costruita proprio tra due tra le più antiche nazioni europee, portavoci e creatrici del termine democrazia, terre delle lotte per la libertà e l’eguaglianza.

La Francia, culla del motto “Liberté, egalité, fraternité”, mette a disposizione il suo suolo per questa “opera”. Una notizia che stride con il pensiero del francese Rousseau, che vedeva la democrazia come caratterizzata dall’importanza attribuita all’eguaglianza attribuendo allo Stato il ruolo di agente dell’eguaglianza oltre che garante delle libertà.

E come non rivolgersi al Regno Unito che per definizione nasce come paese multiculturale, essendo costituito da diverse popolazioni quali gli inglesi, scozzesi, gallesi ed irlandesi. Lo Stato che promuove e finanzia la costruzione della barriera lunga un kilomentro, è lo stesso che fu da autore del Race Relations Act nel 2000, una legge finalizzata ad impedire ogni forma di discriminazione di razza, colore della pelle, nazionalità, origine nazionale o etnica.

Il panorama che si prospetta pare essere quello di una democrazia divisa tra il principio di maggioranza e la garanzia dei diritti fondamentali. O forse, più semplicemente, governato dal terrore e dalle scelte prese sull’onda di emozioni di paura. Questa situazione è storicamente la più fertile per la crescita di facili soluzioni dettate dalla ricerca del voto e dal populismo.

Il quadro che ci dona questa notizia si accompagna proprio all’annuncio che il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha lanciato in occasione del discorso commemorativo dell’attacco dell’11/09 avvenuto ormai 15 anni fa. In questa occasione, infatti, il Presidente non ha mancato di ricordare agli elettori statunitensi l’importanza di non cedere alla paura e di non farsi dividere, in quanto solo una forza unita può essere in grado di essere vincente.

Un discorso che pare l’antitesi di quella che è la costruzione di un muro, che, nonostante tutto ad oggi, sembra purtroppo essere la soluzione più efficace trovata per combattere la crisi dei migranti in Europa.

a cura di Francesca Cavallera

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