Il Segretario della CES (Confederazione Europea dei Sindacati) John Monks ricordando il successo dell’euromanifestazione del 19 marzo a sostegno della Strategia di Lisbona, per la Costituzione, ha sostenuto che gli esiti del summit sulla Bolkestein e sul patto di stabilità dimostrano che l’Europa «sociale” cresce e che il neoliberismo puಠessere sconfitto. In particolare sulla vicenda Bolkestein, che è la vittoria di una battaglia ma non della guerra, Monks invita a ricominciare da zero avendo come obiettivo il miglioramento delle garanzie sociali.
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Anche secondo Martin Schutz il testo della direttiva deve essere profondamente modificato; il presidente del PSE si è impegnato ad evitare che nella nuova proposta ricompaia il dumpimg sociale e ha invitato il presidente dei popolari europei Pottering ad unirsi a lui per trovare un accordo.
Philippe de Buck, Presidente dell’UNICE (Unione delle Confindustrie Europee), ha sottolineato che le imprese non vogliono nà© una riduzione della qualità dell’occupazione nà© il dumping sociale, e che il mercato interno dei servizi serve a creare occupazione e a migliorare la crescita e la competitività .
Tra gli Stati membri si registra la soddisfazione di Belgio, Francia, Germania, Portogallo e Svezia e la delusione più o meno esplicita e radicale di Austria, Lituania, Olanda, Polonia e Slovacchia.
A nome dell’Assemblea delle Regioni d’Europa Stig-Erik Westmark (presidente della Commissione Coesione sociale, Servizi sociali e Sanità pubblica) e Johanna Mikl-Leitner (presidente della Commissione Cultura, Educazione , Formazione e Gioventù) hanno sostenuto che non bisogna dimenticate il ruolo dei servizi sociali, del settore della sanità e dei servizi culturali per sostenere la crescita economica europea. L’attuale testo della Bolkestein produrrebbe una standardizzazione dei servizi pubblici non tenendo conto di quelle diversità nazionali e regionali che contribuiscono alla crescita economica e alla competitività .
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