Nel suo bollettino mensile, la Banca Centrale Europea (BCE) rivede al ribasso le stime del Pil europeo, ritiene che le prospettive di crescita della zona euro siano a rischio e rileva un «allentamento» del risanamento negli Stati membri.
Secondo la BCE, infatti, le prospettive di crescita economica sono soggette a rischi legati soprattutto all’impatto delle turbolenze finanziarie sulle condizioni di finanziamento e più in generale sul clima di fiducia. Altro elemento importante di rischio riguarda il rincaro del petrolio e delle materie prime, così come sono forti i timori di «spinte protezionistiche e di possibili andamenti disordinati connessi con gli squilibri mondiali».
Come già la Commissione europea, dunque, anche la BCE rivede al ribasso le sue stime di crescita economica della zona euro: quella del 2007 è ribassata dello 0,1% passando così al 2,6%, quella del 2008 è ribassata dello 0,2% e quindi prevista al 2,1%, mentre per ora resta ferma al 2,2% la previsione di crescita del 2009. Secondo la BCE, il calo riguarda in particolare gli investimenti, causa la crisi finanziaria del credito, mentre le esportazioni risentiranno dell’apprezzamento dell’euro e del rallentamento dell’economia statunitense. Contro il «caro prezzi» delle materie prime alimentari a livello internazionale la BCE considera importante un’ulteriore liberalizzazione e maggiori riforme dei mercati agricoli dell’UE, azioni che «contribuirebbero ad accrescere la loro efficienza e a far diminuire i prezzi a beneficio dei consumatori europei».
L’andamento economico europeo è inoltre influenzato dai piani di bilancio per il 2008 di vari Stati membri che, secondo la BCE, «evidenziano un orientamento prociclico delle politiche fiscali e un ingiustificato allentamento degli sforzi di riequilibrio». Una situazione che preoccupa la Banca Centrale, perchà© le carenze nell’azione di risanamento «compromettono l’accordo dell’Eurogruppo di raggiungere solide posizioni di bilancio al più tardi entro il 2010».












