Approvato un piano d’azione per la crisi migratoria nei Balcani Occidentali

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Le scorse settimane hanno mostrato che le sfide riguardanti la via migratoria dei Balcani Occidentali non potranno essere risolte con semplici azioni nazionali, ma solamente attraverso un approccio collettivo e transfrontaliero basato sulla cooperazione.

Per questo motivo, Jean-Claude Juncker ha convocato al Berlaymont, sede della Commissione europea, i leader dei Paesi coinvolti e maggiormente colpiti dalla situazione d’emergenza presente nella regione. Alla riunione hanno partecipato i rappresentanti di Albania, Austria, Bulgaria, Croazia, ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, Germania, Grecia, Ungheria, Romania, Serbia e Slovenia, i quali hanno convenuto sull’aumentare le azioni di cooperazione e sull’incrementare le consultazioni tra gli Stati presenti sulla via migratoria al fine di stabilire misure operative pragmatiche tali da poter fronteggiare la crisi dei rifugiati nella regione.

Jean-Claude Juncker ha affermato che «gli Stati confinanti devono lavorare insieme e non l’uno contro l’altro. Bisogna trattare i rifugiati in maniera dignitosa su tutta la via dei Balcani Occidentali per evitare una tragedia umanitaria in Europa. Sono molto contento che siamo stati capaci di accordarci su un piano di misure pragmatiche e operative suddiviso in 17 punti per assicurare a queste persone di non essere costrette a cavarsela da sole nella pioggia e nel freddo».

I contenuti principali dei 17 punti citati dal Presidente della Commissione europea sono lo scambio continuo di informazioni, le limitazioni agli spostamenti secondari, il supporto ai rifugiati anche attraverso la fornitura di luoghi dove potersi riposare, la gestione comune dei flussi migratori, il controllo dei confini e il loro monitoraggio, il contrasto al contrabbando e al traffico di droga, le informative sui diritti e i doveri di rifugiati e migranti.

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