Alcune statistiche sulla crisi dei migranti in Europa

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Per capire la crisi migratoria, bisogna conoscerne i dati

Conoscere i dati riguardanti la crisi dei migranti in Europa può aiutare a comprendere meglio questo fenomeno che ha messo alla prova ed evidenziato tutti i problemi del sistema di asilo europeo.

Bisogna innanzitutto chiarire la differenza tra richiedenti asilo e rifugiati. Se i primi sono persone che presentano una richiesta formale di asilo in un altro paese perché temono per la propria vita nel proprio paese d’origine, i secondi sono persone con una paura fondata di essere perseguitati per motivi di etnia, religione, nazionalità, orientamento politico o appartenenza a un determinato gruppo sociale e che sono stati accettati e riconosciuti come tali nel paese ospitante.

Il Regolamento di Dublino prevede che, al momento del loro arrivo nell’Unione europea, i cittadini dei paesi terzi debbano presentare domanda di protezione nello Stato di primo ingresso. In tal modo, essi diventano richiedenti asilo; lo status di rifugiato o una diversa forma di protezione internazionale possono derivare soltanto da una conseguente decisione delle autorità nazionali.

Nel 2017, si sono registrate 728.470 richieste di protezione internazionale, in calo rispetto alle 1,3 milioni del 2016. Va, inoltre, evidenziato come gli Stati europei abbiano offerto protezione a quasi 540 mila persone, in diminuzione del 25% rispetto ai dodici mesi precedenti. I paesi da cui provengono più rifugiati sono la Siria, l’Afghanistan e l’Iraq.

Un’altra questione significativa sono gli attraversamenti illegali delle frontiere esterne dell’Unione europea: se nel 2015 e nel 2016 erano stati oltre 2,3 milioni, nel 2017 questo dato è sceso a 204.700. Deve essere, inoltre, sottolineato come, nello stesso anno, siano state respinte quasi 440 mila persone alle frontiere esterne dell’Unione.

Ancora, gli ultimi dati disponibili indicano che, nel corso dei primi sei mesi del 2018, oltre 43 mila persone hanno rischiato la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa via mare, 1.000 delle quali non sono sopravvissute. Si tratta di dati in calo rispetto al 2016 e al 2017, quando si erano contati rispettivamente 5.096 e 3.139 morti.

Un’altra questione significativa riguarda le persone “illegalmente presenti” nell’Unione europea, ossia coloro i quali non sono riusciti a registrarsi correttamente o hanno lasciato lo Stato responsabile dell’elaborazione della domanda di asilo. Dagli oltre 2,2 milioni di persone illegalmente presenti nel 2015, questo dato è sceso a 600 mila nel 2017.

 

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