
Durante la sessione plenaria di settembre, il Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE) ha ribadito che l’acqua deve diventare una priorità strategica per l’Unione Europea. Dopo quasi quattro anni di lavoro sul suo Blue Deal, il Comitato ha adottato tre nuove opinioni sulla politica idrica e ha presentato una serie di raccomandazioni concrete per rafforzare la resilienza dell’Europa di fronte a siccità, inquinamento e crisi climatiche.
Il vicepresidente Laurenţiu Plosceanu ha ricordato che l’acqua è alla base di tutto: agricoltura, sicurezza alimentare, industria e vita quotidiana. Per questo il CESE propone di introdurre un “water test” per ogni nuova legge europea, così da valutare l’impatto delle politiche sul ciclo idrico.
Nonostante i progressi, tra cui la nomina di un commissario europeo per l’acqua e la nuova Strategia europea per la resilienza idrica, il Comitato chiede un approccio più coerente e fondi dedicati nel prossimo bilancio UE. Anche il relatore ONU Pedro Arrojo-Agudo ha richiamato l’attenzione sul diritto umano all’acqua, denunciando la mancanza di investimenti adeguati: “Per le armi i soldi si trovano sempre, per l’acqua no. È solo una questione di priorità”, ha affermato.
La Commissione europea ha annunciato che la strategia prevede oltre 30 azioni concrete per ripristinare il ciclo dell’acqua, promuovere un’economia “water-smart” e garantire acqua pulita e accessibile a tutti. Il primo passo sarà il Water Resilience Forum, previsto per dicembre, organizzato congiuntamente da CESE e Comitato delle Regioni.
Con queste nuove iniziative, il CESE punta a trasformare il suo Blue Deal da visione politica a piano d’azione concreto: perché senza acqua, semplicemente, non c’è futuro per l’Europa.
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