Continuano le iniziative della Commissione Europea volte alla semplificazione amministrativa e all’alleggerimento della burocrazia per cittadini e piccole e medie imprese (PMI).
L’ultimo pacchetto di misure presentato riguarda soprattutto le procedure dalla giustizia civile: la Commissione propone infatti l’abolizione della procedura di exequatur, cioè quel meccanismo per il quale una sentenza pronunciata dall’autorità giudiziaria di uno Stato membro ma da eseguirsi in un Paese diverso deve prima essere convalidata e dichiarata esecutiva dal giudice dello Stato membro dell’esecuzione, con costi che possono andare dai 3.000 ai 12.000 euro e con tempi anche molto lunghi. Proponendo l’abolizione di questa procedura la Commissione indica la strada contraria: le decisioni in materia civile e commerciale pronunciate da un giudice di uno Stato membro devono diventare immediatamente esecutive in tutta l’UE, fatta salva la possibilità per il giudice di interromperne l’esecuzione in circostanze eccezionali
Altre proposte riguardano il rafforzamento della tutela dei consumatori nelle controversie con controparti di Paesi terzi (viene proposto un quadro più uniforme di certezza giuridica in cui nei rapporti tra consumatori domiciliati nell’UE e imprese stabilite in Paesi terzi sarà competente il giudice del luogo in cui il consumatore ha il domicilio).
Fanno poi parte del pacchetto misure volte ed evitare il cosiddetto Italian Torpedo, tattica processuale in cui, con il solo scopo di dilatare i tempi di una controversia, le imprese si contestano reciprocamente la validità dell’accordo di scelta del foro competente a dirimere i contenziosi.
Infine alcuni provvedimenti mirano al rafforzamento della competitività del settore dell’arbitrato in Europa. Si tratta, sostiene la Commissione di un settore al quale si ricorre molto spesso (evitando così i procedimenti giudiziari) ma i cui esisti sono facilmente contestabili ed eludibili. Si tratta allora, dice la Commissione, di «garantire alle imprese che la scelta del tribunale arbitrale sia protetta da un uso improprio della controversia legale».
Su tutte queste proposte dovranno ora pronunciarsi Consiglio e Parlamento approvando le modifiche al Regolamento che renderebbero esecutive le nuove norme.