«Gli operatori impegnati negli aiuti umanitari servono l’umanità , spesso in circostanze molto pericolose. Li abbiamo visti soccorrere le vittime di terremoti, incendi e inondazioni, ma è nelle zone di guerra che le loro vite sono maggiormente a rischio. C’è oggi una tendenza allarmante a fare di queste persone così dedite al loro lavoro dei veri e propri bersagli umani. àˆ nostro dovere proteggere la sicurezza degli operatori umanitari così che essi possano intervenire laddove ce n’è bisogno».
Con queste parole Kristalina Georgieva, commissario europeo per la Cooperazione internazionale, gli aiuti umanitari e la risposta alle crisi ha reso omaggio, in occasione del World Humanitarian Day, agli operatori che hanno perso la vita o la libertà , o sono stati feriti nel corso della loro missione.
Secondo i dati resi noti dall’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA), nel 2009 sono stati 102 gli operatori umanitari rimasti uccisi, molti di più sono stati feriti in circostanze connesse a problemi di sicurezza mentre 92 sono stati vittime di sequestro.
àˆ dunque fondamentale lavorare sulla sicurezza e sensibilizzare a questo problema l’opinione pubblica.
A questo obiettivo risponde la campagna promossa dalla Commissione Europea, Direzione Generale per gli Aiuti umanitari e la Protezione civile, riassunta nello slogan «non sparate, sono un operatore umanitario!» il cui obiettivo principale è proprio la sensibilizzazione dei cittadini e delle autorità sui pericoli e sulle difficoltà che corrono i soccorritori.
àˆ inoltre prevista per settembre la presentazione da parte dell’UE in sede ONU di una Risoluzione sulla protezione e la sicurezza del personale umanitario delle Nazioni Unite. «Lavoreremo in uno spirito di collaborazione con le altre parti del negoziato per garantire il massimo livello di impegno collettivo e la traduzione efficace sul terreno di questa Risoluzione» ha dichiarato Georgieva presentando la campagna e le iniziative ad essa collegate.
