Vicende costituzionali, reazioni di istituzioni, forze politiche e parti sociali

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Continuano gli incontri in preparazione del Consiglio Europeo di metà   giugno; Juncker ha incontrato diversi capi di Stato (Schrà ¶der, Zapatero, Verhofstadt e Blair); e ha ribadito che «ai suoi occhi, il processo di ratifica deve continuare». Intanto il Regno Unito ha annunciato il congelamento della consultazione referendaria.
Le forze politiche prendono posizione sul da farsi: Hans Pottering (PPE) si augura che, a questo punto, l’Europa sappia «concentrarsi sull’essenziale» mettendo al centro della sua azione la sussidiarietà   e non dissimulando le criticità   legate ai futuri allargamenti.
Martin Schulz (PSE) si dice convinto che il processo di ratifica deve continuare e continuerà  ; la scelta di Blair è una logica e non irreversibile conseguenza di quanto accaduto.
Cohn Bendit (Verdi) afferma che la decisione sulla prosecuzione del processo di ratifica non puಠessere lasciata agli Stati membri; è l’Unione che deve trovare il modo di uscire dall’impasse presentando la politica europea e arrivando al cuore e alla ragione dei cittadini.
Il Segretario Generale della Confederazione europea dei sindacati (CES) ha affermato di essere dispiaciuto per il no francese, ma di rispettarlo. Questo no, è figlio del timore di derive neoliberiste, disoccupazione, delocalizzazioni e insicurezza e la Costituzione, che non è neoliberista è stata vittima degli errori degli Stati membri che hanno ignorato che non ne hanno spiegato il valore per la difesa dell’Europa Sociale.
Pressanti inviti a proseguire nel cammino delle ratifiche sono venuti anche dagli altri partner sociali.
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