Johannes Voggenhuber (Austria, Verdi) e Andrew Duff (Regno Unito, Liberaldemocratici), autori del rapporto discusso la settimana scorsa dalla commissione parlamentare Affari Costituzionali hanno aspramente criticato in conferenza stampa l’atteggiamento «inerte» dei Presidenti di Consiglio e Commissione che, a loro dire, non hanno intrapreso nè intendono intraprendere alcuna iniziativa di rilievo per il rilancio della Costituzione. I due eurodeputati hanno formulato ancora una volta la loro proposta che prevede la suddivisione del periodo di riflessione apertosi nel giugno scorso in tre fasi: dialogo (con le parti sociali, i Parlamenti nazionali e i cittadini), nuova Convenzione (che si occupi di problemi quali gli obiettivi dell’Unione, i suoi confini, il futuro del suo modello economico e sociale, non affrontati dalla Convenzione presieduta da Giscard d’Estaing) e risposte alle critiche dei cittadini (relative soprattutto alla parte III del Trattato dedicata alle politiche e al funzionamento dell’Unione). Il periodo di riflessione potrebbe concludersi con un referendum europeo che, per non urtare le tradizioni costituzionali di alcuni Paesi, sarebbe più corretto chiamare voto consultivo.
Anche Jo Leinen (Austria, socialdemocratici) ha sottolineato che la Commissione dovrebbe far progredire la Costituzione ritrovando il suo ruolo storico di «motore» dell’integrazione europea ed evitando di lanciare messaggi ambigui o contraddittori.