Si celebra oggi, giovedì 26 settembre, la giornata internazionale per l’eliminazione delle armi nucleari.
Proclamata ufficialmente dall’Assemblea Generale delle nazioni Unite con la risoluzione A/68/32 del 5 dicembre 2013, la giornata ci chiama a soffermarci sull’importanza di uno dei primi e più importanti obiettivi dell’ONU, il conseguimento del disarmo nucleare globale permanente.
Negli ultimi trent’anni abbiamo assistito ad una radicale diminuzione del numero complessivo stimato di testate nucleari, passato dalle circa 59.880 del 1990 – cifra record raggiunta al termine della Guerra Fredda – alle circa 14.465 attuali. A pesare positivamente è stato soprattutto l’impegno dei due principali detentori, Stati Uniti e Russia.
Gli sviluppi recenti, tuttavia, non inducono all’ottimismo: dal 2015, il ritmo della decrescita ha notevolmente rallentato; si stima che alcune “medie potenze nucleari” – India, Pakistan e Cina – abbiano addirittura incrementato, seppur lievemente, la quantità di testate presenti nel proprio arsenale.
Recentemente, gli Stati Uniti hanno inferto un duro colpo al processo di disarmo nucleare, ritirandosi dal trattato INF (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty) siglato nel 1987 con l’allora Unione Sovietica, che aveva contribuito all’eliminazione dell’intera classe delle armi nucleari a medio raggio.
Attualmente, i Paesi dotati di armi nucleari al mondo sono:
Stati Uniti: 6.450 testate
Russia: 6.850 testate
Regno Unito: 215 testate
Francia: 300 testate
Cina: 280 testate
India: 130 – 140 testate
Pakistan: 140 – 150 testate
Israele: 80 testate stimate
Corea del Nord: 10 – 20 testate stimate
Sul territorio europeo sono altresì presenti alcune delle testate statunitensi, dislocate nell’ambito dell’alleanza NATO:
Belgio: 20 testate
Germania: 20 testate
Paesi Bassi: 20 testate
Turchia: 50 testate
Italia: 40 testate a Ghedi Torre (Brescia) e 40 testate ad Aviano (Pordenone)
Per approfondire: il portale della giornata internazionale, lo stato degli arsenali nucleari nel mondo