11 luglio 1995 : Srebrenica

20

Sono trascorsi 30 anni da quel genocidio nel cuore dell’Europa, quando oltre ottomila cittadini bosniaci, di fede musulmana, vennero massacrati dalle forze serbo-bosniache guidate da Ratko Mkladic.

Fu uno degli episodi più violenti delle guerre che hanno insanguinato i Balcani durante gli anni Novanta, all’indomani della dissoluzione della ex Jugoslavia nel 1992. Un episodio che racchiudeva in sé tutto l’odio etnico e religioso fra due popoli, l’incapacità ad immaginare una convivenza pacifica e costruttiva in un lembo di terra, la Bosnia Erzegovina, mai riconciliato e tuttora diviso, con le ferite sempre aperte. 

La riconciliazione, infatti, è tuttora esercizio difficile ; Srebrenica si è svuotata della sua gente e poco è rimasto di quella cittadina sdraiata lungo la Drina. Rimangono distese di lapidi bianche a tenere aperte le ferite, ad accogliere il dolore di una delle pagine più nere scritte dopo la Seconda guerra mondiale, nel cuore dell’Europa. Non solo, Srebrenica ha segnato anche l’incapacità dell’ONU a proteggere le vittime. 

Oggi, con la brutalità delle guerre che ci circondano, è più che mai importante commemorare Srebrenica e cogliere l’evidente messaggio di quanto sia difficile, ma altrettanto importante, costruire la pace. Un messaggio rivolto anche all’Europa, perché apra le sue porte alla Bosnia e l’accompagni in un futuro di stabilità e di rispettosa convivenza dei suoi cittadini.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here