Primo Vertice europeo sulla condizione dei rom

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«Nel 21° secolo la situazione dei rom costituisce una macchia sulla coscienza dell’Europa», ha dichiarato il commissario europeo per Occupazione, Affari sociali e Pari opportunità  , Vladimà ­r àƒâ€¦à‚ pidla, in apertura del primo Vertice europeo sulla condizione delle popolazioni rom svoltosi a Bruxelles.
Ricordando come i problemi siano «molteplici e complessi», il commissario europeo ha perಠevidenziato che esistono gli strumenti per migliorare l’integrazione mediante la legislazione, il finanziamento e condividendo politiche efficaci. «Abbiamo ora bisogno di un impegno congiunto a livello locale, regionale, nazionale ed europeo per far sì che questi strumenti funzionino meglio e per garantire un futuro migliore per le comunità   rom in Europa. La situazione cambierà   solo se ci impegniamo tutti» ha ammonito àƒâ€¦à‚ pidla.
Il presidente della Commissione europea, Josà© Manuel Barroso, osservando che «la maggior parte di queste persone sono cittadini europei», ha sottolineato che essi rappresentano «il più grande gruppo etnico mai esistito che affronta povertà   estrema, esclusione sociale, discriminazione e razzismo nel nostro territorio». Citando poi un sondaggio Eurobarometro, Barroso ha ricordato che il 77% degli europei pensa che i rom siano uno svantaggio per la società  , al pari dell’essere disabili (79%), aggiungendo: «Ciಠche rende la situazione particolarmente preoccupante è la mancanza di prospettive in cui si trova la nuova generazione di giovani rom».
Durante l’intervento del presidente della Commissione si è svolta una protesta contro la decisione del governo italiano di raccogliere le impronte digitali ai rom: i manifestanti indossavano magliette raffiguranti una grande impronta digitale e la scritta «Stop al censimento etnico». Barroso ha dichiarato di condividere lo spirito della protesta, destando così qualche perplessità   sul via libera dato pochi giorni prima dalla Commissione europea all’Italia sul censimento.
Al Vertice hanno preso parte circa 450 delegati provenienti da 40 Paesi, mentre la European Roma Policy Coalition (ERPC) ha sollecitato le istituzioni europee a sviluppare una strategia di lungo periodo per rispettare e proteggere i diritti fondamentali dei rom. Secondo il network europeo di ONG, di cui fanno parte ad esempio Amnesty International, European Roma Rights Centre, European Roma Information Office, European Network Against Racism, devono essere definiti standard e obiettivi comuni vincolanti che favoriscano il raggiungimento di progressi concreti, tali da preparare il terreno per piani d’azione nazionali che dovrebbero essere sviluppati con l’attiva partecipazione delle comunità   rom.
Istituzioni e Stati membri dell’UE «dovrebbero garantire che il contrasto alla discriminazione dei rom sarà   basato su politiche di inclusione sociale e non sulla repressione e sulle misure di sicurezza» ha affermato la ERPC, chiedendo alla presidenza dell’UE di fare propri questi impegni politici al Consiglio europeo di dicembre.

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