Stime al ribasso per l’economia europea

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La Commissione europea ha rivisto al ribasso la stima di crescita economica per il 2008 sia per l’UE, dal 2,4% al 2%, sia per la zona euro, dal 2,2% all’1,8%. Per quanto riguarda l’Italia, la previsione di crescita è dimezzata rispetto alle stime precedenti: dall’1,4% allo 0,7%.
«L’Europa comincia chiaramente ad accusare l’impatto della crisi globale in termini di bassa crescita e di alta inflazione» ha osservato il commissario europeo agli Affari economici e monetari, Joaquin Almunia. E infatti il tasso di inflazione previsto per fine anno sarà   del 2,6% nella zona euro e del 2,9% nell’UE-27, con un netto rialzo rispetto a quanto ipotizzato nei mesi scorsi (rispettivamente 2,1% e 2,4%).
La Commissione nota come si siano effettivamente concretizzati i rischi indicati a novembre derivanti dalle turbolenze dei mercati finanziari, dai prezzi elevati di materie prime e beni e dal timore di recessione dell’economia statunitense. Allo stesso tempo, osserva la Commissione, le riforme strutturali realizzate negli ultimi anni e i «solidi fondamentali» dell’economia europea garantiscono all’UE una buona resistenza alla crisi, anche se si ritiene necessario rafforzare ulteriormente le finanze pubbliche degli Stati membri.
L’Italia presenta il tasso di crescita più basso tra i sette Paesi per i quali sono stati pubblicate le previsioni, seguita dalla Germania con l’1,6%, mentre all’estremo opposto si trovano la Polonia (5,3%) e i Paesi Bassi (2,9). Secondo i servizi della Commissione «l’attività   economica in Italia ha rallentato più che nel resto della zona euro nell’ultima parte del 2007», un dato che «avrà   inevitabili ripercussioni sul 2008». L’Italia non deve solo guardare alla messa in ordine del deficit, ha sottolineato Almunia, ma anche all’abbattimento del debito e della spesa pubblica e all’incremento della produttività  .

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