La seconda pubblicazione dell’EIB Climate Survey per l’edizione 2020/2021 evidenzia la posizione dell’opinione pubblica tra crisi climatica e Covid-19
La Banca Europea per gli Investimenti (BEI) ha recentemente presentato la seconda parte dell’EIB Climate Survey 2020/2021. Il rapporto, ormai giunto alla terza edizione, ha l’obiettivo di fornire informazioni sul dibattito circa le attitudini e i comportamenti individuali con riferimento al cambiamento climatico. L’ultima consultazione si concentra su tre tematiche principali.
In primo luogo, le modalità attraverso le quali i cittadini intendono lottare contro tale fenomeno. I risultati evidenziano una generale convinzione – 72% del campione europeo, 72% di quello statunitense e 84% di quello cinese – circa l’importanza delle scelte individuali nel contrasto ai mutamenti climatici, con una particolare sensibilità in merito fra le fasce più giovani degli europei e americani intervistati. Tuttavia, solamente il 19% degli europei considerati – di contro al 27% degli statunitensi intervistati e al 10% dei cinesi coinvolti nel sondaggio – afferma di porre in essere cambiamenti radicali nel proprio stile di vita per combattere il cambiamento climatico.
In secondo luogo, la presente indagine sottolinea ciò a cui i cittadini delle tre aree considerate sarebbero disposti a rinunciare per lottare contro la crisi climatica in corso. A tal fine, fra viaggiare in aereo, acquistare carne, comprare nuovi vestiti, utilizzare i servizi di streaming video e possedere un’automobile la prima alternativa sembra essere la più semplice da scegliere per il 40% degli europei, il 43% dei cinesi e il 38% degli statunitensi; al contrario, per il 39% del campione europeo e il 38% di quello americano rinunciare alla propria auto appare l’opzione più difficile in tal senso. A ciò deve essere aggiunto che, una volta ritirate le restrizioni legate al contenimento della pandemia, se il 22% degli europei dichiara voler rinunciare ai viaggi in aereo, il 42% del medesimo campione afferma di voler trascorrere le vacanze nel proprio Paese o in una Nazione confinante proprio al fine di contribuire al contrasto ai cambiamenti climatici.
Infine, devono essere menzionate le conseguenze della pandemia sulle attitudini e i comportamenti individuali con particolare riferimento agli spostamenti. Due paiono essere i dati interessanti. Per il 79% dei cinesi coinvolti nel sondaggio, il 67% del campione americano e il 58% di quello europeo l’attuale situazione sanitaria risulta più preoccupante delle conseguenze a lungo termine del cambiamento climatico. Inoltre, la maggior parte dei cittadini delle tre aree di riferimento – rispettivamente il 71%, il 75% e il 67% – è meno propensa ad utilizzare i mezzi pubblici proprio per effetto della pandemia in corso.
Per ulteriori informazioni si rimanda al comunicato della Banca Europea per gli Investimenti.