Russia: per amor di Patria

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Vladimir Putin è stato eletto per la quarta volta Presidente della Federazione russa e sarà in carica, se non verrà emendata la Costituzione, fino al 2024. Una rielezione legittimata con il 76,6% dei voti, la percentuale più alta di sempre, e una partecipazione al voto, unica vera incognita dello scrutinio, del 67,4%. Un vero plebiscito che ha esaltato diciotto lunghi anni di potere del Presidente, al quale la stragrande maggioranza della popolazione conferma fiducia e affida senza perplessità il futuro del Paese.

E’ un risultato che, ai nostri occhi di cittadini occidentali, desta non pochi interrogativi e interpella sulla nostra capacità di comprensione e interpretazione dei valori che guidano le scelte  dei nostri vicini russi per quanto riguarda il futuro del loro Paese. Putin si è presentato a questo nuovo appuntamento sicuro della sua vittoria, concedendo poco spazio alla campagna elettorale, e quindi  alla presentazione di un programma per i prossimi sei anni. Non era in seria competizione con candidati o con un’opposizione che potessero veramente ostacolare il suo obiettivo di rimanere al potere con ancor più ampio sostegno;  ha evitato, questa volta, di presentarsi sotto la bandiera di “Russia unita”, preferendo candidarsi come indipendente e libero dai vincoli con quel partito che lo ha sempre sostenuto fin dal 2001.

Il contesto politico in cui si è svolta  l’elezione presidenziale è inoltre carico di coincidenze che riportano ai problematici e conflittuali rapporti con l’Occidente e con l’Europa in particolare : le elezioni si sono svolte infatti esattamente quattro anni dopo l’annessione della Crimea alla Russia.  Sono state le prime elezioni russe cui hanno partecipato anche i cittadini della Crimea che, come nel referendum sull’annessione nel 2014, si sono espressi con una percentuale superiore al 90% in favore di Putin. L’annessione della Crimea resta al centro delle tensioni fra Russia e Occidente e per la Russia la Crimea non è solo importante per ragioni storiche, lo è soprattutto per motivi militari ed economici. Affacciata su un Mar Nero le cui coste sono ormai in gran parte occupate dalla NATO, la Crimea era l’unica base navale posseduta dalla Russia fuori dal suo territorio e situata al crocevia delle rotte navali russe per il Nord e per il Bosforo: una posizione strategica irrinunciabile  per la Russia, un’annessione inaccettabile e non riconosciuta dall’Occidente, in nome dell’integrità territoriale dell’Ucraina.

Un altro anniversario molto vicino alla data della rielezione di Putin è quello dei sette anni della guerra in Siria, dove la presenza militare e diplomatica della Russia da tre anni a questa parte sta pesando sugli sviluppi geopolitici in Medio Oriente. Anche qui, una prova della ricerca di un maggior protagonismo politico della Russia sullo scena internazionale.

Infine, proprio alla vigilia delle elezioni presidenziali è scoppiato il caso dell’avvelenamento con agente nervino dell’ex spia russa Skripal in Gran Bretagna. Il dito è puntato contro Mosca, accendendo una spirale di forti tensioni diplomatiche e minacce di sanzioni da parte di alcuni leader europei (Gran Bretagana, Francia e Germania) e degli Stati Uniti.

Putin è stato eletto in questo contesto. Significa che i cittadini russi sostengono una presidenza forte che riporti sulla scena internazionale la grandezza della Russia, che ridia dignità, forza e sicurezza ad una Patria indebolita dalla caduta dell’impero sovietico e “minacciata” da un Occidente che non è stato in grado di cogliere tutte le difficoltà, le umiliazioni e le incomprensioni che tale caduta ha generato.  Putin puo’ garantire un futuro di riscatto, a costo di sacrificare valori come la democrazia, la libertà d’espressione o un futuro benessere economico e sociale. A costo anche di aprire, con l’Occidente, un nuovo fronte di guerra fredda e di dar vita ad un nuovo potere internazionale oscuro e pericoloso.

Le elezioni presidenziali non sono state quindi solo un plebiscito per il Presidente Putin ma anche un chiaro e inquietante messaggio all’Europa e al mondo.

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